Tramonta l’ipotesi che Inter e Milan traslochino nell’hinterland

Disegno Abbazia Chiaravalle con tifosi.

Con la delibera di Consiglio comunale del 29 settembre che autorizza la vendita di San Siro e dell’area circostante a Nerazzurri e Rossoneri termina la vicenda “stadio”. Restano le fibrillazioni politiche, il rischio di ricorsi al Tar e oltre 200 milioni per la città

Disegno Abbazia Chiaravalle con tifosi.

Il sud Milano e la città metropolitana tirano un sospiro di sollievo. Il Consiglio comunale del 29 settembre ha votato a notte fonda per la vendita del Meazza e dell’area circostante, circa 280mila mq, a Inter e Milan, scongiurando la possibilità che i due club decidano di realizzare  loro impianti fuori Milano. Tra San Donato e Chiaravalle, dove Rossoneri possiedono un’area, a Rozzano,  in un’area in cui i Nerazzurri avevano una prelazione, o in un’altra località dell’hinterland. Scenari quanto mai realistici se la delibera non fosse stata approvata, che avrebbero potuto portare alla costruzione di due stadi, al posto di uno, con tutto quello che questo avrebbe comportato in termini di costi per le infrastrutture, di impatto ambientale, di gestione del vecchio Meazza senza calcio e di mancati incassi per Palazzo Marino per la mancata vendita e per gli oneri di urbanizzazione.

Prossimo passo il rogito prima del 10 novembre

Ora Comune e la società che per conto di Inter e Milan acquisterà San Siro e le aree circostanti dovranno rogitare prima del 10 novembre. Data dopo la quale scatterà il vincolo della Sovrintendenza sul secondo anello del vecchio Meazza, impedendone l’abbattimento, seppure parziale. Seguiranno la presentazione del progetto, la convenzione urbanistica e quindi l’inizio dei lavori entro il 2027, la cui conclusione è prevista per il 2030. A seguire si procederà all’abbattimento del vecchio Meazza.

I partiti in Consiglio comunale sono divisi

Un iter sul quale però permangono ancora delle incognite. La decisione sulla vendita è arrivata dopo una seduta di Consiglio, che ha spaccato maggioranza e opposizione. Il via libera alla vendita ha visto 24 consiglieri favorevoli e 20 contrari. Nel Centrosinistra hanno votato contro tre consiglieri del Gruppo Europa Verde, tre del Pd e uno del gruppo misto. Il capogruppo della lista Beppe Sala Sindaco non ha votato e si è dimesso da capogruppo. Nel centrodestra non ha votato Manfredi Palmieri, mentre i consiglieri di Forza Italia – escluso De Chirico – uscendo dall’aula al momento del voto, hanno abbassato la soglia della maggioranza necessaria, consentendo l’approvazione della delibera.

Le incognite politiche e giudiziarie

Una spaccatura che pone un problema politico a Palazzo Marino e ai Municipi, tutti a guida Centrosinistra. I rappresentanti di Europa Verde, seguendo l’esempio del consigliere Carlo Monguzzi, potrebbero uscire da tutte le maggioranze, così come potrebbero fare anche altri consiglieri, rendendo necessari rimpasti – in Giunta comunale lo si attende dalle dimissioni di Giancarlo Tancredi – o creando le condizioni per nuove coalizioni, più o meno esplicite.

A rendere più incerta la situazione per la maggioranza e per tutta la vicenda San Siro, la volontà di ricorrere al Tar, annunciata dai comitati che si opponevano alla vendita e dallo stesso Monguzzi, i quali contestano la data di entrata in vigore del vincolo della Sovrintendenza sul secondo anello del Meazza, che collocano a gennaio di quest’anno e non a partire dal 10 novembre prossimo. A questo si aggiungono le incognite delle indagini della Procura sulla gestione dei temi urbanistici, che per quanto molto depotenziate dai recenti pronunciamenti del Tribunale del riesame, incombono ancora su Palazzo Marino e contribuiscono anch’esse a rendere per la Giunta i prossimi due anni di mandato pieni di incognite.

Una certezza: oltre 200 milioni per la città

Un percorso tortuoso che tra le macerie politiche cela una grande opportunità, per Milano e i milanesi: come annunciato dal Comune, i circa 220-230 milioni che saranno incassati  dalla vendita dello stadio e dagli oneri saranno destinati per la riqualificazione del quartiere San Siro, per migliorare la mobilità cittadina e sistemare gli impianti sportivi comunali.

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