A causa dello sfratto dalla sede di via Baroni 48, la storica associazione che da 40 anni fornisce servizi di ambulanza 118 e trasporto anziani e disabili nel sud Milano rischia la chiusura
Invasione pacifica di tute giallociano ieri sera 9 ottobre in Consiglio di Municipio 5. Circa trenta tra volontari e dipendenti di Misericordia Milano si sono presentati in via Tibaldi per chiedere alle istituzioni locali di farsi carico della sorte della loro associazione che da 40 anni fornisce servizi di ambulanza 118 e trasporto anziani e disabili nel sud Milano, e che solo nel 2023 ha effettuato 10.532 missioni in emergenza, 140 accompagnamenti sociali e 226 ore di stazionamento a eventi e gare.
La minaccia all’esistenza della Misericordia arriva dal contratto di locazione della storica sede di via Baroni 48, per la quale il Comune di Milano nel settembre del 2023 ha disdetto il contratto, imponendo di lasciare i locali nell’agosto del 2025.
«Senza alternative rischiamo di chiudere o di doverci trasferire in un altro quartiere. Stasera, con una mozione urgente, presentata dai consiglieri Matteo Marucco e Carlo Marnini e poi votata all’unanimità, abbiamo illustrato al Consiglio di Municipio 5 la situazione e fatto presente la nostra grande preoccupazione. Il Municipio 5 ha ribadito il proprio sostegno e ci aiuterà nel trovare una soluzione. Noi chiediamo al Comune di intervenire. Ma il punto è che il Comune pare non sentirci», ci ha spiegato Roberta Perrone, governatore della Misericordia.
Non avete avuto alcuna risposta da Palazzo Marino?
«Solo una risposta scritta a una nostra richiesta di incontro in cui si citano tutta una serie di delibere e ci si comunica che dobbiamo partecipare a un bando».
Perché non partecipate a bandi?
«I bandi usciti sono con locali non adatti alle nostre attività. Noi abbiamo bisogno di spazi particolari, altrimenti perdiamo la convenzione con il 118. La sede deve misurare minimo 120 metri quadrati. Ci devono essere le camerate, almeno due bagni, un deposito per le bombole d’ossigeno che non possono essere tenute all’interno dei locali, un parcheggio dei mezzi: noi abbiamo quattro ambulanze, un Doblò, un Cubo a cinque posti e un Doblò maxi con pedana per le carrozzine dei disabili. Non è che possiamo prendere un negozio, o prenderne due, unirli e farci la sede. Anche se uscisse settimana prossima il bando giusto, tra pubblicazione, gara e assegnazione arriveremmo nel migliore dei casi a primavera e con i lavori da fare rischiamo di non farcela».
Cosa chiedete al Comune?
«Di trovarci un posto e assegnarcelo direttamente. Si può fare, lo dice il Codice del Terzo settore e per un periodo congruo che ci consenta di ammortizzare i costi di adeguamento dei locali. Noi siamo un’organizzazione di volontariato: i nostri bilanci non fanno utili. In alternativa chiediamo che ci venga prorogato il contratto in via Baroni, almeno fino a che non si trova una soluzione».
Avete identificato posti in zona che potrebbero andare bene?
«Premesso che una nuova sede deve trovarsi entro 5 km da piazza Agrippa, che è la zona assegnataci dalla Regione, e avere le caratteristiche che ho detto altrimenti perdiamo la convenzione con il 118, l’edificio di via Saponaro 1, dove si trova il nuovo ufficio postale di Gratosoglio e che ha molti spazi vuoti, potenzialmente andrebbe bene. È dell’Aler e glielo abbiamo chiesto, così come è di Aler la centrale termica di via Baroni 126, che A2A usa come parcheggio e sembra in disuso. In entrambi i casi non abbiamo avuto risposta».
Cosa pensate di fare se permane questa situazione di incertezza?
«Mancano dieci mesi alla scadenza del contratto di via Baroni 48; se non avremo molto velocemente delle risposte, le soluzioni possibili sono solo due. O rinunciamo a rimanere nel sud Milano, cerchiamo una sede altrove scoperta dal servizio 118, e proviamo candidarci. La qual cosa ci dispiacerebbe immensamente, perché qui siamo nati quarant’anni fa. Oppure chiudiamo, perché senza sede perderemmo comunque la convenzione. E anche questa eventualità, inutile nasconderlo, sarebbe una sconfitta per noi e per Gratosoglio».
Adele Stucchi
Non ho parole. Voi carissimi siete più che fantastici x tutto quel che fate occupandovi di chi ha bisogno volontari e personale preparato per noi cittadini per ambulanza e soccorsi. Come ” al solito ” sindaco e Company se ne fregano. Mettetevi in contatto con ex assessore Sanità Cristina Cantù oppure alla ministra Alessandra Locatelli ” magari vi ascoltano “