A Chiaravalle “MadreProject” unisce scuola di panificazione, progetto culturale e riqualificazione ambientale.


Il gruppo di panificatori di MadreProject.

A Chiaravalle è partito “MadreProject”, la scuola del pane dei luoghi. Una “microbakery” didattica, realizzata da Tagliavini – azienda che dal 1934 produce forni per panificatori – in un container di 30 metri quadri, con tutto l’occorrente. Il concept nasce dall’idea di operare all’interno di un laboratorio su ruote, capace di muoversi sul territorio e interagire con esso. Il progetto porta la firma di Andrea Perini di Terzo Paesaggio e del celebre maestro panificatore Davide Longoni. Si tratta di un master per chi desidera dare vita a nuove botteghe artigiane dedicate all’arte bianca, capaci di generare un impatto sociale positivo sul territorio attraverso una filiera di collaborazioni.

L’iniziativa vede la luce grazie a una raccolta fondi del Comune finalizzata, oltre alla realizzazione del laboratorio mobile, al recupero della ex scuola di quartiere, per trasformare e dare un senso all’edificio, ormai da qualche anno in disuso. Si comincia con il pane, poi chissà, si potranno fare altre cose, riattivando l’uso agricolo dei terreni circostanti, per la produzione di farine biologiche, e ripristinando quel patrimonio di “operosità gentile”, da sempre esistita nel borgo.

Verdiana, studentessa: impresa piccola e sostenibileAnna lascia l’impiego: «Voglio qualcosa di mio»
«Vengo da Firenze, prima abitavo in Germania dove a un certo punto del mio percorso ho iniziato a pensare con il pane e a vivere con il pane. Ho deciso di iniziare questo cammino di studio, di conoscenza di tutto quello che è il pane: farine, lieviti, agricoltura. Con questo corso ho avuto la possibilità di relazionarmi con le persone, uscendo dalla mia solita vita quotidiana, riuscendo ad avere rapporti molto interessanti. Attraverso MadreProject cerco di costruire il mio percorso di impresa sostenibile, piccola, forse quasi casalinga, per riuscire a sviluppare quel tipo di rapporto personale che ho scoperto qualche anno fa in Germania e che ho ritrovato a MadreProject».«Vengo da Torino, lavoravo nella ristorazione. Ho lasciato un impiego a tempo indeterminato e molti mi guardano con gli occhi sbarrati, pensando sia pazza. Sicuramente MadreProject mi ha dato la spinta a farlo perché è un’offerta diversa dalle altre, una proposta nuova, piena di stimoli per lo scambio che c’è tra noi. Tutte le nostre esperienze e gli obiettivi sono condivisi. Finito il corso voglio creare qualcosa di mio».
Mara, ingegnere appassionata di lievitiAntonio: «Per me è un gesto di ribellione»
«Sono un ingegnere biomedico con la passione dei lieviti. Da qualche anno ho aperto un’attività con mio marito, un panificio, continuando a fare il mio lavoro di project manager nel settore medicale. Adesso mi sto dedicando solamente alla panificazione. Sono qui perché voglio fare parte di questo progetto. Dal rapporto con il territorio in cui opero, a quello con la filiera, alla coltivazione dei cereali, fino alla produzione, migliorando la tecnica».«Vengo da Milazzo, lavoro per la stessa azienda da 23 anni. Mi sono appassionato al pane e a tutti i processi che ne governano la produzio ne e la fermentazione. Ho deciso di cambiare vita: per me il pane è un gesto di ribellione, perché nonostante abbia un futuro garantito grazie al posto fisso, il pane rappresenta il punto di rottura. Cerco nuovi stimoli, riscoprendo la voglia di vivere, attraverso cose nuove. Ho scelto MadreProject perché garantisce un percorso di formazione completo: dalla panificazione fino a tutta la cultura imprenditoriale che c’è intorno».
Elena, dottoressa in panificazioneYann, la campagna ha una marcia in più
«Attualmente vivo a Londra. Prima di MadreProject mi sono ritrovata, dopo un anno di congedo di maternità, a poter scegliere una nuova strada. Una delle opzioni era tornare all’università e conseguire il dottorato e l’altra continuare a fare il pane. Ero molto indecisa. Mi sono iscritta al corso e ho capito che volevo e potevo fare il dottorato sul pane. Più precisamente, rivoluzionando i sistemi di agricoltura e artigianato che sono profondamente legati assieme, in un modo che si possa adattare al mondo di oggi del fare impresa. Nell’artigianato c’è sempre la discussione attorno alla scomparsa delle filiere manifatturiere. Io, invece, attraverso il pane vorrei rilanciare la discussione attorno all’attività umana, nella modernità».«Sono francese, ho vissuto in innumerevoli paesi e oggi vivo a Milano da due anni. Quando sono arrivato, non sapevo una parola di italiano, ho imparato con la scuola del Comune. Lavoro come operatore finanziario. Volevo integrarmi nella società italiana e penso che il pane abbia il potere di creare legami con tutti. Grazie alla rete di MadreProject sono sicuro di arrivare al mio obiettivo. Ho visto una forza straordinaria nella campagna italiana, con tanti contadini che fanno un lavoro incredibile. Attraverso il pane, spero di condividere questo potere, questa possibilità».

Natale Carapellese, presidente del Municipio 5, ha così concluso in sintesi: «Abbiamo sostenuto il progetto MadreProject da sempre. La sperimentazione del laboratorio, del pane di Davide Longoni, procede. È una scelta che abbiamo molto apprezzato e voluto, perché introduce non solo un tema culturale, che rievoca il legame con la terra, di questi luoghi. Ma anche l’acquisizione di un mestiere che permette per sua natura la socialità. Il progetto rilancia e valorizza i luoghi e il borgo di Chiaravalle. Questo è l’anno del centenario dell’annessione dei borghi a Milano. Chiaravalle è uno di questi, ed è l’unico ad avere mantenuto le caratteristiche del borgo storico. È importante dare continuità a un progetto come questo per riqualificare il borgo, riuscendo a fare entrare l’Abbazia di Chiaravalle tra i luoghi protetti dall’Unesco. Contrariamente alle voci che girano: di costruire uno stadio a poche centinaia di metri dalla stessa Abbazia».

di Paolo Roboaldi

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