La scienza va a teatro, si emoziona e fa emozionare al PACTA . dei Teatri

  7ª  edizione del festival ScienzaInScena: 11 spettacoli in collaborazione con prestigiose istituzioni scientifiche. Ce ne parla Maria Eugenia D’Aquino, attrice, curatrice dell’evento e presidente di PACTA .dei Teatri.

Prende il via il 26 gennaio al PACTA .dei Teatri, in via Ulisse Dini, “ScienzaInScena – Atto Sette”. Unico nel suo genere, il festival teatrale si avvale della collaborazione di prestigiose istituzioni scientifiche, vede in scena attori, ricercatori e compagnie diverse in un cartellone ricchissimo che porta i suoi spettacoli fino al Civico Planetario di Milano. Un progetto enorme e ambizioso, giunto alla settima edizione, del quale abbiamo parlato con Maria Eugenia D’Aquino, attrice, regista, agitatrice culturale (così le piace definirsi), brillante ideatrice e curatrice dell’evento, presidente di PACTA .dei Teatri. 

«All’apparenza sembrano mondi lontanissimi fra loro, ma non è così: entrambi sono mossi e vivono di emozioni che, come già sosteneva Aristotele, rappresentano il vero motore della conoscenza. Il cuore si “emoziona” e guida il nostro cervello, a teatro come nella ricerca scientifica. Poi arriva la passione».

«Il progresso nelle scienze è sempre stato alimentato dalla passione e dalla capacità di rompere schemi, regole, dogmi e questo modo di procedere è necessariamente e solidamente basato sulle spinte non solo del pensiero logico e astratto, ma spesso é soprattutto sulla forza della creatività artistica, intuitiva, visionaria, rivoluzionaria. Le più importanti scoperte scientifiche sono frutto di emozioni e curiosità. La scienza è per sua natura scoperta e piacere della scoperta. Essa parte dalle domande per arrivare, attraverso l’esperienza, a risposte possibili, ma mai completamente esaustive. Non sorprende quindi che tantissimi giovani partecipino al festival con entusiasmo».

Maria Eugenia D’Aquino, attrice e curatrice “ScienzaInScena”, nelle vesti di Maria Gaetana Agnesi (foto E. C. Savino)

Ma il teatro in questo cosa c’entra?

«Raccontiamo storie di perseveranza e di passione. Attraverso la potenza del palcoscenico si attraversano grandi temi scientifici e si abbattono gli stereotipi, anche riguardo alla figura scientifica per eccellenza: quella dello scienziato. Non viene presentato come freddo e solitario calcolatore che abita laboratori spogli e asettici, ma persona in grado di emozionarsi ed emozionare attraverso la curiosità e la conoscenza».

«Il nostro lavoro non è insegnare le materie scientifiche, non avremmo le conoscenze per farlo. Il teatro non divulga, ma rivela. L’intero festival è pensato per meravigliare, appunto, raccontando la scienza in maniera alternativa, emozionando ma anche generando curiosità e fascinazione, più che comprensione dei contenuti. Attraverso il linguaggio della musica, delle immagini e dei racconti il teatro provoca suggestioni e visioni, facendo nascere in chi ascolta il desiderio di saperne di più. Succede così anche quando mettiamo in scena testi che pensiamo difficili da seguire, e che invece arrivano con grande forza agli spettatori».

«Il Festival nasce nel 2018, e prosegue come naturale percorso evolutivo del progetto ScienzaInScena – TeatroInMatematica, partito addirittura nel 2002, in collaborazione con un pool del Politecnico. Anzi, potrei dire che tutto ha avuto inizio nel 1980, quando ero una  studentessa di Ingegneria, al Politecnico di Milano – tra i 300 studenti di Ingegneria Elettronica noi ragazze eravamo poco più di una decina –. Durante una lezione di elettronica applicata, complice il sonno, cominciai a vedere le equazioni differenziali scritte sul foglio prendere vita. Da lì ho capito che la matematica poteva essere altro. Poi ho intrapreso la carriera teatrale, ma non ho abbandonato la scienza». 

«Abbiamo trovato spazio e fiducia. Quest’anno hanno collaborato con noi il Politecnico di Milano, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Università degli studi di Milano-Bicocca, il Department of History University of California Berkeley, il Civico Planetario. Le difficoltà come sempre riguardano il fatto che in Italia fare teatro è un’impresa a perdere. E non importa se lo spettacolo che metti in scena registra praticamente il tutto esaurito per circa due settimane, né se il pubblico apprezza e i critici si dicono entusiasti. I problemi sono legati alla scarsa attenzione alla cultura, come valore, come risorsa. Ogni anno mi dico:  “Questa è l’ultima volta”, ma poi non resisto. E già sto pensando alla prossima edizione del Festival, anche perché mi arrivano tante proposte e sono davvero tanti gli argomenti che ancora voglio trattare ». 

Una foto di scena dello spettacolo “88 frequenze” (foto di C. Lapolla)

Il codice del volo- Compagnia del Sole (foto Laila Pozzo)

Dove e come prenotare

PACTA .dei Teatri Via Ulisse Dini 7, 20142 Milano  Tel. 02.36503740 – biglietteria@pacta.org Gruppi organizzati, lun-ven: Tel. 02.36503740 – promozione@pacta.org. Gruppi scolastici, lun-ven: Tel. 02.36503740 – ufficioscuole@pacta.org

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