Convocato dall’eurodeputata Maria Angela Danzì un tavolo di lavoro al Parlamento Europeo sul tema degli alloggi dignitosi. All’incontro hanno partecipato Opera Cardinal Ferrari, Comunità Oklahoma, Milano Sospesa, Aiutility e Caritas Milano
Come dare un alloggio dignitoso a tutti è stato il tema dell’incontro organizzato a fine giugno al Parlamento Europeo dall’eurodeputata Maria Angela Danzì. Un tavolo di lavoro a cui hanno partecipato Costantino Grimaldi, consigliere del Municipio 5, i “tecnici” Lucia Fiorillo del fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora) e Diego Dutto del Cese (Comitato economico sociale europeo) e coordinatore nazionale Legacoopsociali, e, soprattutto, i rappresentanti delle onlus del sud Milano: Barbara Galmuzzi di Opera Cardinal Ferrari, Andrea Cainarca di Comunità Oklahoma, Cristina Sappa di Milano Sospesa, Rosangela Lanzi di Aiutility e Matteo Zappa di Caritas Milano. «Ho voluto a Bruxelles queste realtà così importanti e meritorie, fortemente impegnate nell’accoglienza, recupero e inserimento delle persone in difficoltà – ha dichiarato l’eurodeputata al suo ritorno a Milano – per capire da vicino le loro esigenze in tema casa e avviare un confronto, per individuare risorse e strumenti in grado di dare risposte concrete».
Come è andata?
«È stato un incontro emozionante, con testimonianze vere e toccanti. Queste realtà si scontrano con la difficoltà di trovare un alloggio a persone che, pur avendo fatto un percorso di reinserimento, non hanno sufficienti risorse per trovare un appartamento dignitoso. Condizione questa che rischia di vanificare tutto il lavoro di associazioni e istituzioni pubbliche».
Cosa chiedono queste realtà alle istituzioni?
«Le associazioni hanno chiesto di poter avere degli alloggi da destinare ai loro assistiti. Vanno bene anche appartamenti da ristrutturare, che potrebbero essere sistemati dalle onlus stesse insieme ai futuri inquilini. Siamo nella situazione che a Milano oggi è più facile trovare un lavoro che una casa che possa essere pagata con quello stipendio».
Con la fame di case che c’è in città sembra una impresa impossibile.
«Se il Comune non lavorasse a compartimenti stagni una prima soluzione sarebbe già possibile. Oggi, per esempio, Palazzo Marino si avvale per i minori di realtà come Oklahoma, arrivando al paradosso di finanziare per brevi periodi la permanenza in comunità anche di ragazzi maggiorenni perché altrimenti, pur avendo un lavoro, non avrebbero un alloggio in cui andare. Con questi soldi si potrebbero affittare degli appartamenti anche sul mercato libero e per lo meno avviare piccoli gruppi di ragazzi verso una vita indipendente. Poi, certamente, ci devono essere soluzioni più strutturali».
Per esempio?
«Chiediamo che sia costituita una riserva di case per coloro che escono dalle associazioni di recupero. Per esempio, in città si stanno costruendo numerosi studentati, una quota di alloggi può andare alle persone che hanno bisogno di una sistemazione, anche provvisoria. Le aziende poi devono cominciare, come facevano una volta i grandi industriali, a costruire alloggi per i propri lavoratori. Altrimenti a Milano non avremo più infermieri, poliziotti, tramvieri, operai ecc.».
Aler e MM hanno migliaia di alloggi vuoti, in attesa di essere ristrutturati.
«MM e Aler devono promuovere l’autorecupero mettendo a disposizione i loro alloggi vuoti. Dirò di più, devono essere messi a disposizione non solo gli alloggi ma anche l’enorme patrimonio pubblico di immobili dismessi, per accelerare la loro trasformazione in alloggi. L’esempio di Oklahoma, che da decenni risiede in una ex scuola che ha sistemato lei stessa, deve essere replicato».
Oklahoma però sta in una scuola che non le è stata attribuita a titolo definitivo.
«Lo so, ed è uno scandalo. Questa è la prova che deve cambiare anche il sistema di attribuzione, Basta enormi carrozzoni centralistici, la competenza deve passare ai Municipi. Nella situazione in cui si trova, Oklahoma non può fare investimenti, né per accedere ai finanziamenti pubblici per riqualificare da un punto di vista energetico la sede, né per sviluppare nuove attività. Considerata la situazione dei minori non accompagnati a Milano, questo è un enorme spreco».
Cosa può fare il Parlamento europeo per invertire la rotta?
«Siamo d’accordo con Diego Dutto del Cese e Lucia Fiorillo del fio.PSD che porteremo al Parlamento europeo la richiesta di individuare risorse e creare strumenti legislativi più puntuali per favorire la costruzione e l’assegnazione di alloggi, sia per le persone senza casa che per quelle che l’hanno, ma che fanno fatica a tenerla perché troppo care».
A quali interventi pensa?
«Possiamo attingere alle risorse del New Green Deal per la sistemazione energetica degli immobili. Penso poi a un sostegno economico per le imprese che costruiscono alloggi per i propri lavoratori e per gli enti locali che ristrutturano, come per soggetti che prendono in assegnazione immobili pubblici dismessi. Il diritto all’abitazione rappresenta uno dei pilastri sociali dell’Unione europea, ma ancora purtroppo non si fa abbastanza per garantirlo. La questione del salario minimo, del quale stiamo parlando da tempo a Bruxelles non è sufficiente: è essenziale legarlo a doppio filo alla garanzia di un’abitazione dignitosa».
Maria Angela Danzì, dalla dirigenza pubblica alla politica
Maria Angela Danzì è stata un’alta dirigente pubblica e dal 2 novembre 2022 è europarlamentare italiana per il Movimento 5 Stelle. È membro titolare della Commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare e della sottocommissione per la Sanità pubblica del Parlamento europeo. È inoltre membro sostituto presso la Commissione per i Bilanci, la Commissione per lo Sviluppo regionale e la Commissione per le Petizioni.
L’attività parlamentare l’ha vista molto attiva sul tema dei costi del teleriscaldamento nel nostro Paese, per una riduzione dell’aliquota Iva e per un controllo dei prezzi energetici per cittadini e aziende.