Per una sanità garantita ed equa per tutti, per ridurre le bibliche liste d’attesa, per il rifinanziamento della sanità pubblica, per supportare il referendum sulla sanità in Lombardia
Sì, la sanità deve cambiare! Il comitato promotore del referendum sulla sanità in regione Lombardia ha organizzato, davanti alla sede della Regione in piazza Città di Lombardia, una manifestazione di protesta a seguito della bocciatura da parte della Giunta Fontana della proposta di referendum popolare con cui si chiede di eliminare l’equiparazione tra sanità pubblica e quella privata dalla Legge regionale. Il privato non può essere la soluzione o alternativa ‘obbligata’!
Sabato 21 ottobre 2023, si respirava una nuova voglia di mobilitazione da parte di cittadini e lavoratori della Sanità pubblica per garantire l’assistenza a tutti i cittadini, come prescrive l’articolo 32 della nostra Costituzione, che la Regione Lombardia continua a non garantire.
Per eliminare le inaccettabili bibliche liste d’attesa, punta dell’iceberg della malasanità, che costringono i cittadini a rivolgersi ai privati pagando di tasca propria (chi può permetterselo) oppure a rinunciare del tutto alla prevenzione e alle cure. Fenomeno questo che è causa di inaccettabile disuguaglianza in quanto diminuisce l’aspettativa di vita dei meno abbienti.
Per richiedere l’aumento del finanziamento della sanità pubblica, per garantire l’accesso alle cure a tutti. L’attuale sottofinanziamento ha ridotto al 6,2% del PIL i costi della sanità nell’ultimo anno di legislatura, quando la media va tra il 7% e il 10% in Europa.
Alla manifestazione erano presenti molti lavoratori della sanità per protestare contro il peggioramento delle condizioni di lavoro di tutti gli operatori sanitari per la carenza di personale. Carenza che è causa prima nei Pronto Soccorso di 17mila aggressioni subite dai sanitari. Per i costi altissimi derivanti dal compenso dei “medici a gettone” per sopperire alla carenza di personale. E contro l’aumento degli straordinari cui il Governo costringe presentandolo sotto forma di aumento dello stipendio. Proprio gli stipendi bassi del settore pubblico sono la conseguenza della fuga nel privato, che retribuisce meglio ma non garantisce i diritti di tutti, oppure all’estero, in particolare in Svizzera.
Sono intervenuti alla mobilitazione, molto applauditi, Vittorio Agnoletto di Medicina Democratica, il Segretario CGIL della Funzione Pubblica, Arci, Acli, Francesco Majorino del Pd, Movimento Cinque Stelle, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, i comitati di cittadini in difesa della sanità pubblica.
A conclusione della manifestazione, ha preso la parola don Ciotti, Presidente di Libera, con un intervento accorato sul diritto alla salute che vuol dire il diritto alla vita. “Il diritto alla salute è alla base di tutti gli altri diritti e non può essere soggetto solo a logiche economiche, non può essere né comprato né venduto”. La sanità deve essere un servizio pubblico realmente per tutti, accessibile a tutti, non in tempi biblici che oggi, tra visite ed esami, sono inammissibili .
La sanità è un diritto costituzionale per tutti e tale deve rimanere
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