Strada Vigentina, la via tracciata dai Longobardi

6° Puntata Da Crocetta collegava Milano al Vigentino, attraversando la campagna e toccando piccoli borghi rurali, le cui tracce sopravvivono lungo la via Ripamonti


L’ingresso dell’edificio che ospita il Mulino Vettabbia Destra, all civico 103 di via Ripamonti.

La strada Vigentina si presume fu tracciata dai Longobardi, con lo scopo di collegare la loro capitale Pavia a Milano. Questa strada fu una delle due vie di commercio, insieme con quella più a ovest, che passava e passa per Binasco. Dai ritrovamenti di reperti archeologici risulta infatti che la Vigentina era un percorso stradale in uso già dal I secolo d.C. al II secolo d.C. Il punto di inizio dell’antica via è all’odierna Crocetta, dove si diramava dalla via Emilia. Usciamo allora dai Bastioni che delimitano il centro di Milano (siamo nel 1865, al solito) attraverso il Portello Vigentino (a cui si deve il nome dell’oratorio di Santa Maria sito poco a nord, all’attuale incrocio con via Cassolo, contrassegnato dal civico 5307 del Catasto Teresiano, tuttora visibile sulla sua facciata). 

Orcello e Altaguardia i borghi scomparsi

Ci troviamo qui all’Orcello, un borgo rurale le cui cascine costeggiavano la strada ai due lati, con una pesa e un’osteria (un tempo qui c’era il dazio). Il nome pare derivare da “orcell” (in antico milanese, uccello, da cui orcellera, piccionaia). Di esso rimangono solo le case su via Ripamonti 1 e 3, di chiara impronta rurale.

Poco più avanti, sulla nostra sinistra avremmo visto spuntare il gruppo di cascine dell’Altaguardia (di cui oggi rimane ben poco), il cui toponimo indica un posto di guardia rialzato sull’argine di un canale; il nome compare già sulla seicentesca mappa del Claricio. In queste cascine il dottor Giovanni Nolli fece esperimenti scientifici coi vaccini appena scoperti da Jenner.

Percorso un tratto abbastanza lungo verso sud saremmo giunti al ponte sulla Vettabbia, che tuttora è visibile: da lì partiva e parte una stradina privata che conduce al “Mulino Vettabbia Destra”, risalente probabilmente al XVII secolo. Sulla facciata, ove si trova un portone ad arco, è visibile tuttora una targa che indica la sua appartenenza amministrativa all’VIII Mandamento, comparto di Porta Romana, nel comune dei Corpi Santi. 

Procedendo verso fuori città avremmo visto sulla sinistra il sinuoso scorrere della roggia Vettabbia e delle cascine isolate punteggiare le coltivazioni: di queste, solo la Crocetta, residenza settecentesca sparita negli anni ‘60 del XX secolo, sorgeva sulla via Ripamonti, all’angolo con via Solaroli. 

Dalla Vettabbia alla Chiesa dell’Assunta

Siamo a questo punto già entrati nel comune di Vigentino, di cui esistono tracce scritte sin dal XII secolo, qui avremmo trovato la Chiesa dell’Assunta. Essa fu inizialmente eretta nel 1162 come punto di aggregazione dei milanesi di Porta Ticinese qui deportati dal Barbarossa, poi venne ricostruita a inizio Seicento ed è quella che vediamo ancora oggi.

All’interno della chiesa si trovano alcune cappelle laterali spettacolari e numerosi capolavori dell’arte lombarda: la Cappella del Rosario ospita infatti interessanti opere del Cerano e della sua bottega, mentre nel presbiterio si trova un ciclo pittorico che può ricondursi all’influenza di Ambrogio Figino (ciclo della Vita Virginis realizzato nel 1606 da Girolamo Ciocca). 


La Chiesa dell’Assunta al Vigentino.

Recenti scavi archeologici hanno poi portato alla luce quattro grandi camere funerarie ipogee, contenenti degli scheletri; una quinta tomba a camera ubicata antistante l’altare e riservata ai presbiteri e ai rettori della chiesa è stata mantenuta integra, così come la magnifica abside semicircolare della penultima chiesa, giuntaci in un eccezionale stato di conservazione tra la balaustra e i gradini di risalita all’altare odierno. Verso il portale principale è stata scoperta l’antica facciata e inoltre anche nell’area centrale verso l’altare, oltre ad una serie di interessanti sepolture plurime, tra cui quella di alcuni infanti di età neo-natale e di non nati, ha trovato conferma una lieve anomalia, rivelatasi essere l’abside di un più antico edificio di culto, ovvero di una terzultima chiesa medievale. 

Procedendo ancora verso l’esterno della città, dopo parecchio avremmo incontrato la cascina Pozzuolo, prima sede del Comune di Vigentino, di cui tuttora è rimasta fruibile una parte, utilizzata come locale pubblico. 

*di Fondazione Milano Policroma e ass.ne Antichi Borghi Milanesi 

Convegno il 4 luglio, a Palazzo Reale 
“CENTENARIO ANTICHI COMUNI MILANESI”
Vigentino, Chiaravalle, Lambrate, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco, Niguarda, Affori, Musocco, Trenno, Baggio sono i comuni che nel 1923 vengono annessi a Palazzo Marino. Da quel giorno Milano raggiunge la dimensione attuale e i piccoli comuni diventano semplici quartieri.
Per ricostruire quella storia, recuperare e valorizzare quanto resta di quelle antiche municipalità, l’associazione Antichi Borghi Milanesi – di cui è presidente Roberto Schena e ne fa parte fa parte il nostro Riccardo Tammaro – organizza per il 4 luglio, ore 9,30, a Palazzo Reale, il convegno “Centenario antichi comuni milanesi”. Saranno presenti storici, urbanisti, accademici e rappresentanti politici, tra cui il sindaco Beppe Sala e il presidente del Municipio 5 Natale Carapellese.
Per informazioni: https://lagrandemilano.it

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