Rozzano, inaugurato l’osservatorio astronomico più grande d’Europa

Posta nel parco della Biblioteca Cascina Grande, la nuova struttura ospita un prestigioso telescopio del 1870, acquistato e recentemente restaurato dal Gruppo Astrofili Rozzano

 II telescopio Merz Dallmeyer
Il telescopio Merz Dallmeyer.

Il 27 maggio 2023 è una mattina soleggiata, con poche nuvole sparse. Nel parco della Cascina Grande di Rozzano, il bianco candido e accecante di una nuova costruzione brulica di persone, venute ad assistere ad un evento storico per la città. È questo il grande giorno in cui si inaugura quello che sarà il fiore all’occhiello di Rozzano, e come un fiore che sta per sbocciare è semiaperta la cupola a petali del nuovo osservatorio astronomico. La più grande in Europa, la seconda nel mondo, sette metri di diametro per poter osservare a 360 gradi stelle ad anni luce di distanza. E all’interno di questa cupola un telescopio antico ed uno recente per coniugare il passato con la modernità e realizzare un fine comune: guardare le stelle. Mentre il pubblico osserva ammirato questa nuova realtà, la banda intona l’inno nazionale e nel prato alcuni tecnici allestiscono telescopi con filtri speciali per regalare a tutti l’emozione di guardare il sole dritto negli occhi. Poi la banda tace e parlano i rappresentanti della politica, delle istituzioni, della cultura, delle scienze e del culto, per celebrare, ognuno nel proprio ruolo, questo evento straordinario.

Il Gruppo Astrofili Rozzano

È un’associazione costituita da volontari che opera sul territorio dal 1982 e che oggi conta una cinquantina di soci tra amatori e operatori. Mentore Maggini fu uno dei maggiori astronomi italiani del secolo diciannovesimo. Di lui ci restano disegni di Marte, delle macchie solari, della cometa di Halley passata nel 1910, oltre a un libro scritto dalla figlia Urania, deceduta all’età di 13 anni. Il telescopio Merz Dallmeyer, classe 1870 (circa), era probabilmente stato acquistato a Londra nei primi anni cinquanta del secolo scorso e si trovava in stato di abbandono in un’abitazione privata a Vigevano, quando il proprietario decise di venderlo al Gruppo Astrofili, anche rifiutando offerte più elevate, perché aveva visto in loro la possibilità di dare nuova vita al telescopio. Questi tre protagonisti hanno permesso di portare avanti il progetto di un osservatorio composto da una cupola per l’osservazione del cielo e una sala espositiva con i disegni di Mentore Maggini e la prima edizione del libro della figlia Urania, oltre a molti altri documenti e oggetti di importanza storica, dono del nipote Paolo Maggini che ha voluto così onorare la memoria del nonno.

Il telescopio moderno per una visione congiunta degli astri -Rozzano
Il telescopio moderno per una visione congiunta degli astri.

Ma da dove viene l’idea di un telescopio alle porte di Milano, in uno dei luoghi più illuminati del pianeta e quindi meno indicato per le osservazioni notturne? Lo ha spiegato nel suo discorso di inaugurazione Michele Bini, presidente del Gruppo Astrofili: «Il desiderio era condividere l’emozione della visione del firmamento portando le stelle alle persone e non le persone alle stelle. Lo scopo è avvicinare l’astronomia alla gente comune, agli studenti, ai curiosi». Lo ha spiegato anche Michelle Lavagna, docente di Meccanica del Volo del dipartimento di Scienza e Tecnologia Aerospaziale del Politecnico di Milano, madrina dell’evento: «La ricerca scientifica e tecnologica ha bisogno di tre ingredienti: menti eccellenti, il passato come base di partenza, e la capacità di condividere a livello di comunità senza la quale non è possibile lo sviluppo di nuove menti, nuove idee, nuove sinergie». Lo ha sottolineato anche il sindaco di Rozzano Gianni Ferretti: «L’osservatorio dà lustro alla nostra città e implementa la nostra offerta culturale, non a caso l’abbiamo voluto in questa splendida cornice di Cascina Grande, culla di spazi di cultura e di innovazione».

L’obiettivo del Gruppo Astrofili è anche quello di attirare l’attenzione del pubblico specialista, non solo università e laureandi ma anche fungere da ponte con enti di ricerca. 

Cosa rende questo progetto unico e nuovo?

«È stata una sfida perché siamo abituati ad avere opere chiuse nei musei», ha risposto Raffaella Bentivoglio Ravasio, Funzionario per l’Area Dermoetnoantropologica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano. «Quello che c’è nei musei non si può toccare, rappresenta solo un percorso, una narrazione. Qui non c’è solo la narrazione, ci sono storia, scienza, ricerca e il futuro. Questo è un oggetto non da vedere ma da usare, abbiamo un museo che dialoga con il territorio». E Don Roberto, che ha dato la benedizione alla struttura, ma soprattutto al lavoro e all’impegno profuso, ne ha sottolineato il grande significato spirituale: «Stamattina abbiamo vissuto un gesto semplice e umano che ha in sé una valenza spirituale incredibile: alzare lo sguardo. Credo che alzare lo sguardo sia proprio ciò che ci permette sempre di andare oltre le preoccupazioni, oltre le fatiche, di ritrovare noi stessi e il motivo del nostro vivere».

Noi e la volta celeste

Concludiamo dimostrando come la scienza sia anche poesia, con le parole di Fabio Peri, astrofisico e Conservatore del Planetario di Milano e padrino dell’inaugurazione: «Guardare le stelle è bello ma c’è di più, abbiamo un legame con le stelle. Il corpo umano è costituito da elementi come carbonio, azoto, ossigeno, cellule, Dna, che non esistevano quando è nato l’universo. Le sostanze che ci costituiscono sono state costruite dalle stelle. Noi siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle. Quindi quando guarderemo attraverso il telescopio, saremo stelle che stanno guardando altre stelle».

Per conoscere le iniziative e la programmazione degli eventi www.astrofilirozzano.it

La cupola dell’osservatorio astronomico di Rozzano.
La cupola dell’osservatorio astronomico di Rozzano.

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