Case ex Enpam, raggiunta un’intesa tra proprietà e inquilini

Alloggi in vendita a 2.232 euro/mq e contratti di locazione, con aumenti dal 10 al 20%

Una svolta importante nel caso degli edifici ex Enpam si è concretizzata lo scorso 22 marzo con la presentazione dell’accordo tra i rappresentanti degli inquilini e la società di gestione immobiliare InvestiRE Sgr.
L’intesa raggiunta, riguardante i complessi di via Valla (150 alloggi) e via Sulmona (549 alloggi) pre- vede, in sintesi, il rinnovo dei contratti di locazione per un periodo di 3 anni più altri 2 di proroga, al canone attualmente corrisposto maggiorato del 10%, per gli over 70 con reddito lordo annuo complessivo inferiore a 35mila euro e Isee inferiore a 26mila euro. Stesse condizioni per i nuclei familiari con la presenza di un componente con invalidità superiore al 66%, per nuclei familiari con un minore invalido e per un massimo di 40 nuclei familiari (su tutti i 1.500 alloggi dell’intero patrimonio ex Enpam) con reddito Isee inferiore ai 35mila euro, su tutto il patrimonio. Mentre per gli over 70 con reddito Isee compreso tra i 26mila e i 35mila euro sarà concesso il rinnovo del contratto con aumento del canone del 20%.

L’accordo ha anche determinato i prezzi medi di vendita, che per gli immobili di via Valla e via Sulmona sono stati fissati, rispettivamente, a 2.232 e 2.160 euro/mq. Sono inoltre contemplate altre condizioni quali la possibilità di acquisto dell’usufrutto per inquilini di età superiore ai 70 anni; l’estensione delle agevolazioni di acquisto ai parenti fino al 4° grado; la possibilità di cambio di appartamento; e l’accesso al contributo per il trasloco per chi lascia l’alloggio. Infine, l’accordo specifica una serie di interventi di manutenzione su entrambi i complessi edilizi di via Valla e via Sulmona, da eseguirsi entro la fine del 2023.

“È un accordo sbilanciato che lascia ancora alcuni residenti privi di tutele”

«Saranno realizzati di interventi sugli impianti elettrici, termici ed idraulici – afferma Massimo Antonini, inquilino di via Sulmona che ha partecipato alle trattative – tralasciando però il deterioramento di facciate e balconi di molti dei 15 palazzi di cui è composto questo complesso residenziale, che conta 549 appartamenti, più alcuni negozi per oltre un migliaio di abitanti. Chi deciderà per l’acquisto, dovrà tenere in considerazione gli oneri futuri, derivanti dai lavori non affrontati dalla proprietà. In effetti – prosegue Antonini -, l’accordo raggiunto è stato molto sofferto.

Abbiamo ottenuto quanto è stato possibile, ma resta comunque un accordo sbilanciato che lascia ancora degli inquilini privi di tutele e anche gli over 70 che per reddito godono delle tutele concordate, hanno davanti un massimo di cinque anni, poi saranno di nuovo sotto sfratto. Resta comunque un accordo inedito, il primo firmato con un fondo privato, risultato raggiunto grazie all’attività di base svolta dai comitati degli inquilini e al contributo dei sindacati e dei Comuni, senza i quali non ce l’avremmo fatta». Giovanni Suzzarello, 74 anni, residente in via Sulmona dagli anni 80, manifesta preoccupazione «soprattutto per i giovani che abitano qui e che non sono in condizione né di acquistare l’alloggio, né di pagare gli affitti del mercato libero, che a Milano hanno raggiunto livelli proibitivi». Un’inquilina, che desidera mantenere l’anonimato, dichiara di essere impossibilitata al lavoro a tempo pieno in quanto «Sono invalida civile, lavoro part-time non distante da casa e dopo essermi costruita qui una vita, mi ritrovo ora tra coloro che non sono tutelati dall’accordo. Chi come me lavora part-time non può sostenere un affitto del mercato libero, ho quindi cercato un alloggio in housing sociale, finora senza esito: non se ne trovano in zona. E d’altro canto non posso allontanarmi più di tanto dal luogo di lavoro. Non vedo per me nessuna tutela e non è chiaro in che cosa consista concretamente l’impegno del Comune a “non lasciare nessuno per strada”. E in fin dei conti chiedo: perché non si impediscono queste speculazioni sulla pelle dei cittadini?».

La risposta a questa domanda travalica ben altro che la portata di questo articolo.

DAGLI AFFITTI CONTROLLATI AI FONDI DI INVESTIMENTO

Nel marzo del ’22 Enpam, ex Ente nazionale di previdenza e assistenza medici (trasformato nel 1994 in fondazione), cedette per 842 milioni di euro parte del proprio patrimonio immobiliare al fondo americano Apollo Global Management. Tra questi vi erano i complessi immobiliari collocati nei Comuni di Milano (via Valla, via Forni e via Sulmona), Vimodrone (via XV Martiri) e Basiglio (via Romano Visconti e via Rio Nuovo). La gestione del patrimonio passò ad alcune società di gestione immobiliare, tra le quali InvestiRE Sgr.

La nuova proprietà, attraverso la società di gestione, non tardò a far conoscere le proprie intenzioni, inviando, come primo atto, la disdetta di tutti i contratti di locazione in scadenza. Tra gli inquilini, molti dei quali anziani, la risoluzione unilaterale dei contratti d’affitto suscitò, come c’era da aspettarsi, un grande turbamento, che portò in breve tempo alla creazione di comitati, e al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni (Comuni e Municipi), per contrastare le inaccettabili conseguenze di una operazione speculativa. L’intenso dibattito e le diverse fasi della trattativa che si avvicendarono nei mesi successivi, sono sfociati nell’accordo del 22 di marzo, favorito anche dalla mediazione dell’assessore alla casa Pierfrancesco Maran, dei presidenti e assessori dei Municipi 4 e 5 e dei sindaci di Vimodrone e Basiglio.

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