Alla parrocchia di San Barnaba a Gratosoglio in duecento ai funerali della donna travolta dall’auto guidata da quattro bambini rom. I figli della vittima: «La tragedia poteva essere evitata con un maggiore controllo del territorio»

In una chiesa di San Barnaba in Gratosoglio piena di abitanti del quartiere, nonostante il caldo e il periodo festivo, si è svolto oggi pomeriggio il funerale di Cecilia De Astis, la donna di 71 anni travolta e uccisa lunedì scorso in via Saponaro, da un’auto prima rubata e poi guidata verso la tragedia da quattro bambini tra gli 11 e i 13 anni, provenienti da un piccolo accampamento rom abusivo, situato nei campi limitrofi a via Selvanesco.

Le dichiarazioni dei familiari «La colpa non è solo dei bambini»
Presenti alla cerimonia le sorelle della vittima Lina e Maria, e i figli Filippo e Gaetano Di Terlizzi. Nelle brevi interviste rilasciate fuori dalla chiesa i familiari hanno più volte rimarcato come la responsabilità di quanto accaduto non possa essere «tutto sulle spalle dei bambini» che erano alla guida dell’auto. Poiché la morte della madre non è un semplice incidente stradale, ma il segno del fallimento di una società che lascia ai margini e non riesce a controllare il territorio. Infine l’appello del figlio Filippo a fare qualcosa come Paese «per prevenire questi eventi traumatici».

Il Municipio 5 «Cordoglio e solidarietà»
Presenti alla cerimonia in rappresentanza delle istituzioni per il Comune l’assessora Gaia Romani e per il Municipio 5 il presidente della Commissione Sicurezza Raffaele Magnotta, insieme ai consiglieri Stefania Vedovato e Michele Valtorta. Al termine della cerimonia il presidente e abitante del quartiere Raffaele Magnotta ha dichiarato: «Come Municipio siamo qui per portare ai familiari di Cecilia De Astis il nostro cordoglio, la solidarietà e la vicinanza delle Istituzioni. A loro il ringraziamento per le parole di speranza pronunciate in questo triste momento. Un plauso ed un ringraziamento vanno alla Polizia Locale per la tempestività con cui hanno individuato i responsabili del grave episodio».

L’omelia di don Davide «Contro il male, l’amore è l’unica risposta»
La cerimonia funebre per Cecilia De Astis è stata officiata dal vicario parrocchiale don Davide Bertocchi. Nella sua omelia (qui il testo integrale) don Davide ha ricordato Cecilia De Astis e l’amore di cui era circondata, sottolineando che «Nessuna persona è da considerare nemica, questo è il più grande insegnamento di Gesù, nessuno, neanche se queste persone sono imprigionate dal male. Tanto meno dei bambini, tanto meno bambini ai quale è stata negata l’infanzia e per i quali possiamo solo pregare e sperare che finalmente trovino qualcuno che sappia insegnare loro l’amore che vince il male».

Il discorso di don Paolo «Coltiviamo semi di speranza»
A concelebrare la messa anche don Paolo Steffano, parroco della comunità della Visitazione, che comprende le chiese di Gratosoglio, Le Terrazze e di Ronchetto delle rane. Nel suo discorso don Paolo, dopo aver portato i saluti del vicario episcopale monsignore Giuseppe Natale Vegezzi e dell’arcivescovo Mario Delpini «da subito e da sempre vicini al nostro territorio», si è rivolto agli abitanti di Gratosoglio, esortandoli a cercare e coltivare semi di speranza. E citando De Andrè, ha detto: «Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. Qui a Gratosoglio sicuramente non abbiamo diamanti, ma abbiamo molti fiori, non dimentichiamolo. E se non li vediamo cerchiamoli. Non servono gli scatti di rabbia, anche se un po’ di indignazione non può non esserci. Sicuramente non servono discorsi, proclami, né tanto meno scarica barile e scarichi di responsabilità, nemmeno documenti sulle periferie o encicliche sulla convivenza pacifica. Servono fatti concreti».

«Abbiamo bisogno di uomini e donne dal fuoco dentro»
«Abbiamo bisogno di uomini e donne dal fuoco dentro, che abitano e vivono la nostra realtà. E poi agiscono nel concreto. Abbiamo bisogno di istituzioni e di privati che investano con continuità, sulla scuola, sulla povertà educativa, sulle associazioni sportive, le cooperative del quartiere, sulle parrocchie». Don Paolo ha infine concluso il suo intervento, rivolgendosi a Cecilia De Astis: «Cecilia, mi permetto di affidarti le nostre speranze ti chiedo da lassù di benedire il nostro quartiere che hai sempre amato. Filippo e Gaetano insieme a noi, travolti dal male, chiediamo a te Cecilia di essere travolti da piccoli segni di speranza».