Siamo gentrificatori? Al Corvetto gli attori locali si confrontano sul tema della rigenerazione urbana

Il 24 febbraio si è tenuta nella Biblioteca di via Oglio la prima conferenza sulla gentifricazione nel quartiere Corvetto, organizzata dalla Rete Corvetto, una delle realtà più attive e vive della nostra città, che conta circa 40 attori sociali tra associazioni e cittadini.

L’evento è nato da un dibattito scaturito all’interno della Rete a seguito della lettura del libro “L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane” di Lucia Tozzi nel quale l’autrice ha argomentato il fenomeno della gentifricazione, inserendo al centro della sua analisi anche le associazioni con la loro autonomia e capacità di incidere sul presente e futuro della città.

La conferenza, a cui hanno partecipato oltre cinquanta persone è stata introdotta da Mercedes Mas Solé, insegnante e presidente della Casa della Pace. Si è proseguito con gli interventi delle principali associazioni del territorio e dei relatori: Davide Caselli, ricercatore universtitario facoltà di Filosofia dell’università di Bergamo; Marianna d’Ovidio, professoressa di Sociologia all’università Milano Bicocca; Alice Ranzini, docente di Politiche territorilai al Politecnico di Milano.


Mercedes Mas Solè

Dalla conferenza è emerso che la parola gentrificazione comprende, oltre agli aspetti negativi, elementi positivi di cui la nostra città è forse uno dei simboli più eclatanti in Europa. È indubbio che l’iniziale moto propulsivo è stato dato da “EXPO2015”, considerando questo evento punto di partenza di una visione della città di Milano nuova, che fino al 2015 certo non aveva: quello di città turistica innanzitutto.

Milano è diventata, nei fatti e nella percezione di tutti, una città cosmopolita, aperta a nuovi paradigmi culturali, a orizzonti di confronto con altre città “metropolitane”, capace di attrarre l’attenzione di soggetti culturali, economici e finanziari.

Nei fatti questo cambiamento ha portato al contatto fra classi diverse, alla presenza di nuovi soggetti culturali ed a una crescita degli investimenti immobiliari e finanziari che hanno avuto, tra gli altri, concorso all’aumento dei prezzi delle abitazioni e dei canoni di affitto.  

Questi cambiamenti si sono accompagnati a un altro fenomeno socio-culturale prima inesistente: l’Amministrazione comunale e anche altri soggetti, in primis quelli operanti nel Terzo settore, hanno cominciato a parlare e occuparsi sempre di più delle periferie. EXPO2015 ha stimolato una maggiore attenzione ai territori e portato alla ribalta un mondo che fino a poco tempo prima era semplicemente ignorato anche dai mass media.

Durante il breve confronto con il pubblico sono emerse due considerazioni. La prima che Milano (come il resto d’Italia) ha sicuramente vissuto nei decenni lontani momenti di speculazione edilizia di gran lunga più invasivi e pervasivi degli attuali; la seconda che è una forzatura attribuire agli artisti e ai loro mecenati (pubblici o privati che siano) la responsabilità della “cattiva” gentrificazione.

Al termine della conferenza gli organizzatori si sono dati come obiettivi di sviluppare quanto elaborato dai tavoli di lavoro su ambiente ed ecologia, abitare, educazione, lavoro, cibo, ambito socioassistenziale, cultura arte e sport, condotti durante la conferenza, e di aver una maggiore interlocuzione con le istituzioni. Istituzioni locali già, tra l’altro presentì all’incontro, con il presidente del Municipio 4 Stefano Bianco e l’assessore Giacomo Perego.

Articolo di Leonardo Castiglione e Alberto Sanna

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