Al via “Tech, si gira!”, la rassegna cinematografica di Step FuturAbility District. Giovedì 29 febbraio “Her” del regista Spike Jonze, la prima delle sei proiezioni in cartellone

A partire da 29 febbraio, con Tech, si gira!, Step FuturAbility District (piazza Adriano Olivetti, 1) propone una rassegna cinematografica unica, originale e a ingresso gratuito di film cult e visionari sul mondo della tecnologia e delle società future possibili. Al termine della proiezione di ogni film seguirà un dibattito tra il pubblico ed esperti sui temi proposti dalle pellicole (la robotica, l’intelligenza artificiale, il metaverso e il progresso tecnologico associato ai cambiamenti del mondo del lavoro), moderato da Massimo Temporelli, direttore scientifico e curatore della rassegna.  Classe 1973, laurea in Fisica, e padre di due ragazze, divulgatore entusiasta, Temporelli  si occupa di sviluppo di progetti culturali e divulgativi legati all’innovazione tecnologica. Autore di diversi saggi, è anche presidente e co-founder di TheFabLab, uno dei primi laboratori di fabbricazione digitale con sede in via Calabiana.

Temporelli, come nasce l’idea della rassegna?
«È nata dopo aver visto al cinema il film di Christopher Nolans su Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica, uno dei più brillanti esponenti della meccanica quantistica, profondamente lacerato dalle implicazioni umane e morali di quello che stava costruendo. All’uscita, della sala, gli spettatori commentavano chi con entusiasmo la storia, altri si chiedevano invece se sarebbe stato migliore un mondo senza armi nucleari. Mi si è accesa una lampadina: perché non far seguire un dibattito, come nei cineforum di una volta, accanto alla proiezione di un film, per una riflessione sulla innovazione  tecnologica in atto? E ho trovato in Cristina Paciello, head di Step Futur Ability District, una interlocutrice attenta ed entusiasta».

Il cinema e la fantascienza hanno sicuramente giocato un ruolo nel plasmare il nostro immaginario collettivo.
«Da anni il cinema ci ha abituati a computer, cyborg, intelligenze artificiali che interagiscono con l’uomo tra scenari ottimistici e distopici. Fra l’intelligenza che supera l’uomo e lo annienta a quella in cui anche la macchina sviluppa il primo bisogno umano, quello di essere amati. Hal 9000 il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery nel film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (1968) è un’anticipazione visionaria e fantascientifica della Domotica. Stanley Kubrick ha introdotto il concetto di Intelligenza Artificiale al grande pubblico, instillando l’idea che questa possa sfuggire al controllo umano».

La fantascienza ci ha sempre aiutato a immaginare il nostro futuro, mentre ora sembra più interessata a farcelo temere.
«È innegabile che i primi film distopici abbiamo rappresentato una boccata d’ossigeno per un genere che si stava fossilizzando su un certo immaginario eccessivamente positivo, figlio di un’ingenua fiducia in un progresso che si pensava potesse continuare all’infinito. Ora però sembra che si stia esagerando nel senso opposto: dall’eccesso di ottimismo all’eccesso di pessimismo che invece di farci progredire ci fa sprofondare in un oscuro baratro. In un futuro con società tiranniche e opprimenti in cui le macchine governano il mondo e sembrano sfuggire al controllo dei suoi creatori».


Una scena del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrik.

Lei però è un entusiasta della tecnologia
«Mi affascina l’interazione fra essere umano e gli artefatti che costruisce. Dovremmo inserire la tecnologia tra le discipline umanistiche e smettere di pensare che questa sia solo una questione tecnica. I dispositivi e le macchine che immaginiamo, progettiamo, costruiamo e usiamo sono i principali driver della nostra umanità, da sempre, dalle origini, dal fuoco primordiale, dagli utensili in pietra fino al digitale, alla robotica e all’intelligenza artificiale. Come Homo sapiens co-evolviamo con le tecnologie che inventiamo, per questo dobbiamo studiare e fare tecnologia in modo nuovo, con creatività e consapevolezza. In un’era di rapidi progressi nell’intelligenza artificiale che sembra essere diventata parte della vita quotidiana di molti di noi, la riflessione si estende oltre la semplice adozione di nuove tecnologie, ma solleva questioni fondamentali, sul futuro di tecnologie autocoscienti».

Come affrontare allora la sfida che ci pone l’intelligenza artificiale?
«L’IA potrebbe rivoluzionare campi come la medicina e la protezione dell’ambiente, migliorando in maniera tangibile la vita di ciascuno. Dall’altra c’è chi esprime preoccupazioni riguardo ai suoi risvolti se mal utilizzata. È importante, a mio parere, che il dibattito sul tema continui e che la società venga maggiormente informata riguardo tanto ai rischi quanto alle opportunità, al fine evitare confusioni, falsi ottimismi o catastrofismi e precisando, in modo equilibrato e critico, quali sono le linee di riflessione che delineano l’orizzonte di governance delle nuove tecnologie».


Il programma della rassegna

La prima proiezione in programma il 29 febbraio alle ore 18,30 è Her del regista Spike Jonze che racconta la storia di un uomo Theodore interpretato da Joaquin Phoenix che senza alcun problema e imbarazzo si innamora di un sistema operativo intelligente che si chiama Samantha (doppiato da Scarlett Johansson nella versione originale). Guidati da Massimo Temporelli, gli ospiti Rocco Tanica, noto musicista e autore, e Luisella Giani, studiosa di intelligenza artificiale, offriranno le loro preziose prospettive e analisi.


Il film Her, a sinistra il protagonista Joaquin Phoenix, a destra Amy Adams.

21 marzo, alle ore 19, l’appuntamento è con Big Hero6, il film d’animazione targato Disney dei registi Don Hall e Chris Williams. Hiro Hamada, un ragazzo prodigio nel campo della robotica, e il suo simpatico robot gonfiabile Baymax (un goffo e adorabile stereotipo dell’amico dei sogni, il compagno d’avventure che tutti vorrebbero al proprio fianco), si uniscono a un gruppo di improbabili eroi per salvare la città di San Francisco. Dopo la proiezione, Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e Paolo Rocco, professore ordinario di Automatica e Robotica del Politecnico di Milano condivideranno le loro conoscenze e analisi sulle tematiche portate alla luce dal film.

23 aprile dalle 18.30 Ready Player One del regista Steven Spielberg. Il film è ambientato nel 2045 In un mondo sull’orlo del collasso, funestato da guerre, povertà e crisi energetica, gli abitanti fuggono in un metaverso chiamato The Oasis, uno spazio virtuale tridimensionale, a cui è possibile accedere attraverso avatar personalizzati con un visore VR e guanti cablati. Dopo la proiezione gli ospiti Matteo Battiston, chief design officer del Gruppo EssilorL uxottica, e Federico Cella, giornalista del Corriere della Sera, daranno il loro punto di vista sul prossimo futuro delle tecnologie della Virtual reality, Augmented reality e Mixed Reality.


Una scena di Ready Player One di Steven Spielberg.

30 maggio alle ore 19 Step presenta una serata speciale dedicata al film culto 2001: Odissea nello spazio del regista Stanley Kubrick. Durante la serata verrà approfondito il tema dell’intelligenza artificiale e della sua autocoscienza con Federico Cabitza, professore associato di Interazione Uomo-Macchina e Human & Artificial Intelligence Interaction presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, e Viola Schiaffonati, professoressa associata di Filosofia della scienza al Politecnico di Milano.

27 giugno, alle ore 19, sarà la volta di Ex machina del regista Alex Garland. Caleb, un giovane programmatore della più grande società internet del mondo, viene  invitato a trascorrere una settimana in un rifugio di montagna che appartiene a Nathan, il solitario ceo della società. Si troverà ì invischiato in un triangolo amoroso che vede coinvolti anche il suo datore di lavoro e una bellissima donna robot. Ospiti della serata Federico Cella e Federico Cabitz.

La rassegna si conclude il 26 settembre dalle ore 19 alle 21 con After Work, il documentario di Erik Gardini uscito nel 2023:  attraverso le esperienze dei suoi protagonisti in quattro nazioni emblematiche Kuwait, Corea del Sud, Italia e Stati Uniti esplora come potrebbe essere un esistenza libera dal lavoro. Nei prossimi 15 anni si stima che circa la metà della forza lavoro verrà̀ rimpiazzata dall’automazione e dall’intelligenza artificiale. Siamo pronti per questo cambiamento? Cosa comporterà̀ a livello esistenziale? Cosa faremo, in sostanza, quando non dovremo più lavorare? Ne discuteranno Roberta Cocco, accademica ed esperta di trasformazione digitale e docente a contratto presso Università Bocconi e LIUC, Matteo Sarzan, general manager Italia e Belgio di Deliveroo e Davide Dattoli, fondatore e presidente di Talent Garden. 

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