Raccolti oltre 20mila euro per trasformare l’oratorio in studentato: succede a Quinto de’ Stampi

Una raccolta fondi per riqualificare uno spazio parrocchiale non utilizzato da molto tempo.


L’oratorio di San Fermo, futura sede del progetto Co-space.

Si chiama Co-space, l’iniziativa è dell’Associazione Spazio San Fermo, creata da alcuni genitori di Quinto de’ Stampi, frazione del comune di Rozzano, al fine di realizzare degli spazi in cui ospitare studenti fuori sede, organizzare eventi culturali, educativi, ricreativi e aggregativi per i residenti di qualsiasi età. Un’iniziativa di successo, visto che in poco tempo sono stati raccolti da 92 sostenitori 20.458 euro, sui 15mila richiesti per realizzare il progetto. Ben il 136% del budget minimo necessario.

Il progetto

Il progetto prevede la riqualificazione di alcuni ambienti in disuso dell’oratorio di San Fermo con l’obiettivo di diventare “contenitore” di altri progetti, anche allo scopo di collaborare e fare rete con il territorio. La struttura è adiacente alla suggestiva Chiesa dei Santi Fermo e Rustico, che è annoverata tra le dipendenze della Pieve di Locate fin dal XII secolo. Molto conosciuta in zona per i suoi notevoli affreschi all’interno, il suo campanile ospita da molti anni una coppia di cicogne, che ogni primavera nidifica. Gli spazi verdi, situati all’interno dell’oratorio, vengono aperti nei mesi estivi e sono utilizzati da famiglie e ragazzi.


La Chiesa dei Santi Fermo e Rustico.

Cosa prevede la ristrutturazione

La ristrutturazione prevede la realizzazione di un alloggio per studenti universitari fuori sede, in cambio di un contributo spese sotto forma di donazione in ore comunitario-educative, destinate a percorsi e progetti formativi e didattici rivolti ai ragazzi della comunità. I giovani studenti potranno così contribuire a sostenere e a realizzare corsi specifici, anche in base alle loro competenze e conoscenze. Il canone d’affitto è così ridotto a un rimborso spese per la copertura delle utenze (acqua, luce e gas). Il progetto StudentSpace, oltre a rendere concreta e originale l’accoglienza dei giovani che si spostano da altre regioni per proseguire gli studi a Milano, offre loro la reale possibilità di integrarsi in una comunità e ha una ricaduta positiva sui ragazzi del territorio.

Gli interni della struttura, dove ha sede l’associazione, così come gli esterni, hanno bisogno di essere rimodernati. Dalla ristrutturazione nascerà un appartamento di due locali completamente indipendente, con ingresso autonomo dal resto della struttura, da mettere a disposizione di studenti universitari fuori sede. L’opera di riqualificazione non inciderà minimamente sul bilancio della parrocchia, che è proprietaria della struttura. In particolare, dovranno essere rinnovati gli impianti elettrico (1.500 euro), idraulico (1.500 euro) e di riscaldamento (2.500 euro), con la sostituzione di infissi, finestre e porte (4.000 euro). Per le rifiniture, l’imbiancatura e i nuovi arredi occorreranno 5.500 euro.

Visto il successo della prima raccolta fondi, il progetto sarà ampliato allargandosi alla riqualificazione di un’ulteriore porzione dell’immobile. Con ulteriori 5.000 euro potrà essere ristrutturato anche l’altro servizio igienico presente, che resterà a disposizione di chi frequenta la struttura. In precedenza l’edificio era stato utilizzato per ospitare rifugiati e profughi, ma l’ente che se ne occupava ha poi deciso di spostarsi in altre strutture.

Un viaggio particolare: Student Space!

Sul tema del diritto alla casa e delle sue ricadute sul territorio è intervenuta Alessandra Oppio, ricercatrice del Politecnico di Milano, il mese scorso al convegno sullo student housing, promosso da Urbanpromo a Firenze: «Il tema del diritto alla casa appare molto legato a quello del diritto allo studio, mettendo al centro dell’attenzione l’analisi del bisogno abitativo e l’urgenza di strategie comuni tra gli attori coinvolti – governo, enti locali, università, operatori immobiliari -. Gli insediamenti universitari generano importanti ricadute e opportunità nel territorio in cui sorgono, in termini non solo di capitale umano, know-how e reddito, ma anche di servizi e infrastrutture. In questa prospettiva l’università diventa un fattore decisivo di sviluppo, con effetti sulle componenti sociali, economiche, produttive, ambientali e infrastrutturali di una città».

Elena Rembado

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