Fratello sole, sorella luna. Scene da un set leggendario nella chiesa di Santa Maria degli Angeli

Per tutto il periodo delle feste natalizie (fino al 7 gennaio 2024) la Chiesa Santa Maria degli Angeli e San Francesco, in piazza Sant’Angelo 2 (zona Moscova), accoglie  la mostra fotografica Sorella Madre dedicato a Valentina Cortese. Un evento che fa parte delle iniziative per ricordare la grande attrice a cento anni dalla nascita.  Valentina Cortese abitava proprio poco lontano, l’ex conventino di piazza Sant’Erasmo dove ha vissuto fino alla fine (è scomparsa nel 2019). E il riferimento al Santo di Assisi c’è. Sorella Madre racconta con foto d’archivio una delle più riuscite interpretazioni cinematografiche di Valentina Cortese che veste i panni di Monna Pica, madre di Francesco d’Assisi, nel film Fratello sole, sorella luna girato nel 1971 da Franco Zeffirelli (e che gli valse il David di Donatello 1972). “Decisi di fare un film sul Poverello dopo un grave incidente di macchina – aveva raccontato il regista – ero inchiodato a letto e mi avevano tolto la catenina con l’immagine del Santo che portavo al collo, la vedevo penzolare dal capo del letto e la figura di Francesco mi brillava davanti agli occhi e mi invitava a occuparmi di Lui e feci voto, se fossi guarito, che il mio prossimo film sarebbe stato dedicato a san Francesco”.

“Iniziava così una collaborazione professionale con Valentina che generò un capolavoro, per la cura e l’attenzione maniacale che entrambi posero nel lavoro e la profonda intesa intellettuale – racconta Elisabetta Inverici, ideatrice e curatrice del progetto, che da più di dieci anni si occupa come biografa di Cortese con mostre e libri –. “Zeffirelli e Cortese si conoscevano fin da ragazzi, quando abitavano a Roma, nei pressi di Piazza di Spagna. ‘Gemelli astrali’ si definiscono, nati entrambi nel 1923, e cresciuti senza genitori, nelle difficoltà, soprattutto affettive e psicologiche, ma diventati poi giganti nel mondo dello spettacolo”. 

L’ispirazione dell’intera opera cinematografica rimanda alla grande e pittura italiana del ‘500 (Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Giotto, Ambrogio Lorenzetti, Beato Angelico) per la posizione, l’atteggiamento e lo sguardo degli attori. In particolare, le similitudini espressive sono straordinariamente evidenti nell’immagine di Valentina Cortese, e Graham Faulkner, posizionati come la Madonna e l’Arcangelo Gabriele delle Annunciazioni nell’arte fiorentina rinascimentale. Anche i costumi di Danilo Donati sono una copia perfetta di quelli dipinti.

La mostra fotografica

Disponendo di una serie di bellissime tavole fotografiche in bianco e nero (40×30) – scatti in scena e fuori set in bianco e nero del film, tutti a firma di grandi fotografi – la mostra è stata studiata come una installazione cinematografica e si sviluppa in un percorso dentro e fuori dal film con scatti di grande formato e impatto drammatico. Al centro della scena sono posizionate due sculture lignee ricavate da tronchi d’albero a opera di un intagliatore piemontese, datate dal 1470 al 1480, che raffigurano la Vergine e Giovanni Evangelista: Dolenti ai piedi della croce. Contributo artistico di Fine Art by Di Mano in Mano, società cooperativa di lavoro per servizi specializzati nella vendita e nell’acquisto di oggetti d’arte e antichi. L’allestimento, dunque, si propone al visitatore come un’esperienza immersiva in un’atmosfera raccolta, in cui si intrecciano rimandi e risonanze fra arte e fede, cinema e spiritualità, nel segno della bellezza.

Come suggestiva location della mostra fotografica, come abbiamo detto, è stata scelta la chiesa milanese dedicata a San Francesco, una delle più amate dai milanesi, con la fontana sul sagrato e la figura in bronzo di San Francesco mentre predica a sei deliziose tortorelle. Trovando la lieta disponibilità dei frati francescani che festeggiano anche loro un anniversario speciale: gli ottocento anni dalla nascita del primo presepe della storia. Non tutti lo sanno, ma a crearlo fu proprio Francesco, a Greccio un umile paese montano in provincia di Rieti, che tanto gli ricordava Betlemme, perché voleva vedere “almeno una volta, con i miei occhi, la nascita del Divino Infante”.  Un’antica tradizione che mantiene intatto lo spirito del Natale, senza mai perdere una briciola di fascino, anche per chi non ha una fede solida e convinta.

Incontro del 16 dicembre

Il 16 dicembre alle 16.30 è previsto un dibattito con esperti di storia dell’arte proprio sull’ispirazione del film ai grandi dipinti del passato. A cui seguirà alle ore 18 il concerto In nativitate Domini con l’organista Stefano Marino. Una splendida occasione per visitare una chiesa cinquecentesca ritenuta da allora tra le più belle della città, una vera galleria della pittura lombarda tra manierismo e barocco.

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