A Palazzo Reale, il prodigio della malerba è una luce di speranza

La mostra Pastorale a Palazzo Reale di Nico Vascellari.

Pastorale di Nico Vascellari è una distesa di terra scura che invade il pavimento di marmo della grandiosa Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, realizzata da Giuseppe Piermarini nel 1778, sfregiata dai bombardamenti nell’agosto del 1943. Qualche ciuffo verde di gramigna, una malerba infestante, resistente e tenace, spunta dal terreno qua e là, timido e indisciplinato. 

La mostra Pastorale a Palazzo Reale di Nico Vascellari.
La mostra Pastorale a Palazzo Reale di Nico Vascellari: la malerba. Foto Melania Dalle Grave DSL Studio.

L’opera site specific: erba e Beethoven

Silenzio. Poi un fragore inaspettato, tellurico, inquietante che lentamente cresce alimentando un rigonfiamento del suolo alla base di una monumentale struttura cilindrica d’acciaio, simile a una misteriosa astronave. Esplode una cascata di semi. Semi di piante infestanti – erbacce tenaci, di quelle che nessuno vuole – cadono sul suolo. Semi, presenze minime di una vita in divenire, che hanno il compito di infestare il terreno. Prende così inizio la Pastorale, la nuova potente installazione site specific, realizzata da Nico Vascellari, ispirata alla Sesta Sinfonia di Ludwig van Beethoven (1808) più conosciuta come Pastorale. A intervalli regolari, ogni giorno la semina automatica attuata dal cilindro si ripete. E quei semi attecchendo nel suolo, crescono, si moltiplicano, danno origine a un ecosistema vivo e rigenerante, che giorno dopo giorno trasforma la sala delle Caritidi in un giardino indomito, selvatico, resistente. 

Il prodigio vitale della malerba

L’artista e performer Nico Vascellari, che vive a Roma, ma è cresciuto a contatto con la natura a Vittorio Veneto, dove è nato nel 1976, visibilmente emozionato, alla conferenza stampa ha commentato: «Un brano del gruppo His Hero is Gone che ascoltavo da adolescente recitava “come erbacce cresceremo”. Allora guardavo film post apocalittici, con case in rovina ed esseri sopravvissuti in una natura che prendeva il sopravvento e continuava a crescere e a fiorire. Quello scenario mi ha sempre evocato un sentimento di speranza. Lo stesso provo di fronte a quelle piantine caparbie che spesso vediamo spuntare nelle crepe del cemento della città, capaci di sopravvivere anche con poca acqua e luce. Oasi di vita. Allo stesso modo Pastorale è un inno alla resistenza e alla rinascita come quella messa in atto dalla malerba piantata nella Sala delle Cariatidi. Una visione per uscire da una situazione di disastro». 

Il commento dell’assessore Sacchi

Anche l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi, ha evidenziato l’aspetto simbolico dell’installazione ambientale in un luogo ancora segnato dai bombardamenti del 1943. «Questo è uno dei luoghi insieme più carismatici e più dolorosi di Milano, segnata dalla guerra ma anche dalla volontà di rinascita come quando, nel 1953, si decise di esporre proprio qui ‘Guernica’ di Pablo Picasso, il manifesto universale contro tutte le guerre – ha affermato l’assessore -. Durante la ricostruzione è stata poi compiuta la scelta di non ridecorarla, ma di lasciarla mutilata, offesa e addolorata come le sue ferite della guerra. Vediamo alcune statue senza le braccia, la volta è solo accennata e non più ornata come un tempo, con ciò che resta della sua scultorea architettura: le cariatidi alle pareti, le lesene, i grandi specchi». Il titolo Pastorale, dal sapore idilliaco e bucolico, sembra quasi stonare con le ferite ancora visibili della Sala.

La mostra Pastorale a Palazzo Reale di Nico Vascellari: l'installazione nella Sala delle Cariatidi.
La mostra Pastorale a Palazzo Reale di Nico Vascellari: l’installazione nella Sala delle Cariatidi. Foto Melania Dalle Grave DSL Studio.

La forza rigenerante della natura contro la guerra

Ma è proprio ponendo al centro di tutto la natura e la sua potenza generatrice, l’opera di Vascellari annulla con tutta la sua forza rigenerante la violenza delle bombe. Con il suo linguaggio intriso di una sorta di brutalismo formale mescolato a un’intensa poeticità, Vascellari, cresciuto tra le montagne e i boschi di Vittorio Veneto, ci invita a interrogarci e a riflettere su distruzione e rinascita, sulla necessità di riconnetterci con la natura. Anche il suono disturbante dell’installazione aggredisce lo spettatore, amplificandosi nella stanza con i soffitti alti, ma come a volerlo risvegliare da un profondo sonno in cui si trova e in cui riecheggiano gli scoppi delle bombe. Ieri come oggi, in questo tragico presente segnato da guerre, conflitti sociali, divisioni, in cui anche la relazione tra uomo e ambiente è fortemente compromessa.

Ognuno è chiamato a fare meglio

Ogni individuo è chiamato a fare meglio, a fare qualcosa di buono, a provarci quantomeno e a non lasciare nulla di intentato per immaginare nuove forme di rigenerazione. Occorre iniziare da quei semi, che aprono interstizi dalle crepe di cemento. «Le piante che crescono nel cemento sono qualcosa di magico, fanno pensare che la vita sia sacra quando la viviamo in un certo modo e che valga sempre la pena provarci, perché è ciò che rende la vita sacra e non sprecata» dichiara Vascellari.

E alla fine tutto viene riciclato

In maniera coerente con il pensiero dell’artista, ogni elemento utilizzato per l’installazione sarà recuperato, riutilizzato, riconvertito al termine della mostra. Il terreno sarà recuperato e reimpiegato dai partner tecnici, mentre l’impianto di irrigazione tornerà all’azienda fornitrice per un nuovo utilizzo. Tutte le piante saranno infine donate, affinché l’ecosistema vivente di Pastorale possa proseguire oltre lo spazio espositivo. La Pastorale non finisce: continua a vivere, crescere, trasformarsi. 

Info mostra

Promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta da Palazzo Reale e Codalunga e curata da Sergio Risaliti, la mostra Pastorale inaugurata il primo aprile in occasione della Milano Art Week 2025 è visitabile fino al 2 giugno a ingresso libero

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