Emergency in prima linea nella ricca Milano con l’ambulatorio mobile in aiuto a chi è escluso dalla Sanità regionale

A Calvairate la onlus di Gino Strada in aiuto a disoccupati ed extracomunitari: non solo ambulatorio, prescrizioni e farmaci gratuiti, i mediatori culturali della onlus offrono aiuto per affrontare e risolvere i problemi a chi è escluso dalla Sanità regionale. E molti, grazie a loro, riescono ad accedervi.


Lo staff dell’ambulatorio mobile di Emergency in Via Emilio Faà di Bruno a Milano composto da un medico, un’ infermiera, quattro mediatori culturali e un autista-logista. Foto di Lucia Sabatelli

L’ambulatorio mobile di Emergency è parcheggiato in via Faà di Bruno, una strada di case popolari tra piazza Insubria e piazzale Cuoco, zona Calvairate. Il politruck è rosso, grande, scintillante sembra uno di quei mezzi della Formula 1. Accanto, il camper dell’associazione Nessuno escluso. Nei pressi una decina di persone, prevalentemente straniere, sedute su sedie pieghevoli, attendono con calma il loro turno di essere visitate. Ad accoglierli una squadra di specialisti, composta dalla mediatrice culturale Loredana Carpentieri, responsabile dell’ambulatorio mobile, dal medico di Medicina generale Emanuele Longo, due psicologhe, una infermiera, quattro mediatori culturali, un autista. Insieme forniscono ai pazienti un servizio gratuito, ma tutto ciò per Emergency, che fa della dignità e della salute delle persone un bene prezioso, non significa carità né tantomeno approssimazione.


Politruck: l’ambulatorio mobile di Emergency in Via Emilio Faà di Bruno a Milano. Foto di Lucia Sabatelli

Chi sono le persone che vengono a farsi visitare?


Un momento del triage dei pazienti all’interno dell’ambulatorio mobile. Foto di Lucia Sabatelli


«Una parte dei nostri pazienti viene perché ha difficoltà di accesso alle cure mediche, per mancata conoscenza dei propri diritti, a causa di difficoltà burocratiche o barriere linguistiche e culturali. Dopo un passaggio con i mediatori linguistici, queste persone accedono alla visita medica, ma noi puntiamo a reinserire tutti nel circuito della Sanità pubblica, aiutandoli nelle pratiche e, nel caso, accompagnandoli a ulteriori visite ed esami».


«Sono le persone comunitarie, non residenti, prive di qualsiasi assistenza, e i cittadini extracomunitari non in regola. Per i primi in Lombardia, al contrario di altre regioni, non c’è assistenza e ci pensiamo noi. Per i secondi li visitiamo e poi facciamo in modo di procurare loro il codice Stp, che sta per “straniero temporaneamente presente”, perché con quello, in convenzione con l’Asst Fatebenefratelli Sacco, possiamo prescrivere esami. Le medicine invece le diamo noi direttamente».


Loredana Carpentieri, mediatrice culturale e responsabile dell’ambulatorio medico. Foto di Lucia Sabatelli


«Certo, molti vengono da noi anche per quello. Abbiamo ottenuto però un risultato molto importante perché, dopo una causa collettiva contro Regione Lombardia, è stato riconosciuto il diritto all’esenzione non solo per chi ha esercitato una attività lavorativa regolare e ora è disoccupato, ma anche per le persone che non lavorano, e che spesso sono occupate part-time o in nero, che altrimenti dovrebbero pagarsi le cure».


«Sì, capita che per alcune tipologie di pazienti in realtà non ci sia altro modo di accedere alle cure o che per loro sia più semplice accedere al nostro ambulatorio. Naturalmente non li mandiamo via. Tornano a trovarci anche per ringraziarci. Una signora qualche giorno fa voleva portarci del couscous, l’abbiamo ringraziata e le abbiamo detto che non c’era bisogno».


«L’ambulatorio mobile ha una convenzione con il Comune per avere gratuitamente l’occupazione del suolo pubblico e una con Asst per poter fare le prescrizioni di esami, ma i medicinali e tutto il resto è pagato da Emergency, o meglio dai donatori e dal lavoro di raccolta fondi dei volontari».

“Ogni individuo ha diritto… alle cure mediche e ai servizi sociali necessari…”. L’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è bene in vista sull’ambulatorio mobile di Emergency, parcheggiato in via Faà di Bruno.
Chi si rivolge ai medici e al personale della onlus fondata da Gino Strada sa che questa è una concreta assunzione di responsabilità, non un generico impegno a fare. Dal 1994 a oggi Emergency ha curato oltre 12,8 milioni di persone, in 20 paesi del mondo, tra cui anche il nostro, compresa la ricca Milano.

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