Completata la pista sull’alzaia, si va in bici fino a Pavia

La fine dei lavori sul tratto milanese della ciclabile lungo il Naviglio consente di arrivare in bici dalla Darsena al Ticino e agli abitanti del sud Milano di raggiungere il centro in sicurezza

Dopo oltre tre anni di lavori altalenanti e varie interruzioni, la ciclabile lungo l’Alzaia Naviglio Pavese è pronta e percorribile interamente consentendo di arrivare in bici dal sud Milano al centro città. Il ritardo accumulato non è di poco conto: in fase di lancio del progetto, a giugno 2019, il sindaco Sala e l’assessore Granelli avevano stimato il termine dei lavori intorno a metà 2021. Ma così non stato: pandemia, guerra e crisi delle materie prime hanno rallentato pesantemente i lavori. Oggi, finalmente, la pista è percorribile da Milano a Pavia, ed entro il 2026 connetterà la nostra città con la Ciclovia VEnTO (Venezia – Torino), un itinerario cicloturistico che si snoda per 705 km lungo il tracciato del Po. Di questa grande opera al momento esistono 300 km di piste, il resto va costruito.

Il nostro percorso inizia da via Darwin e raggiunge la via Gattinara, posta al confine cittadino meridionale; da qui, proseguendo lungo l’Alzaia (già ciclabile) approda a Pavia. Tra una pedalata e l’altra ci siamo però resi conto di quanto ci sia ancora da fare: ponticelli non accessibili, segnaletica scarsa, cartelli storici rovinati, solo per fare alcuni esempi. Se la manutenzione a tratti carente è un punto importante, lo è ancora di più l’assenza di una visione strategica che sappia trarne un’occasione di sviluppo e di miglioramento dell’intero territorio. La cornice verde del Parco Agricolo Sud, il Naviglio con le sue chiuse e i suoi paesaggi, l’esistenza di luoghi di interesse storico e artistico come la Certosa di Pavia e le abbazie di Chiaravalle e di Morimondo e, ancora, la presenza di alcune cascine in cui potersi rifornire di prodotti a km zero, potrebbero trasformare il sud di Milano in una zona di un certo interesse naturalistico e, perché no, anche turistico – ambientale. Ci vorrebbero stazioni intermedie, dove poter raccogliere informazioni, riparare o noleggiare le biciclette, ristorarsi; o ancora delle app che facilitino i ciclisti durante le loro escursioni. Oltre che consentire, a chi non voglia rifare in bici il percorso inverso per tornare a Milano, di prendere facilmente il treno per la Stazione Centrale. Nonostante infatti avessimo acquistato i biglietti prima di partire, le modalità di rientro si sono dimostrate a dir poco difficoltose: il vagone allestito per il trasporto bici non era segnalato sul display e le porte del treno sono sopraelevate rispetto alla banchina. Anche questo aspetto è da migliorare. Ma la gita vale comunque la pena di farla: sono stati 32 di km di pedalata piacevole e per nulla faticosa. Sulle due ruote il tempo si dilata, l’occhio cattura dettagli che viaggiando in auto ci perdiamo, il fisico ma ancora di più l’umore ne beneficiano.

PRIMA TAPPA

Via Darwin – Via Gattinara (Assago), 4.3 km c.a

La nuova pista protetta inizia dall’incrocio con via Darwin, congiungendosi con la pre-esistente area ciclopedonale che parte dalla Darsena. L’intervento ha introdotto elementi di arredo urbano, come le nuove sponde del Naviglio e la piantumazione lato strada (ancora da rifinire), che rendono la pedalata gradevole e rilassata. Il passaggio a fianco della chiusa della Conca Fallata è il punto più panoramico di questo tratto. Da questa posizione, che segna il passaggio dall’area cittadina a quella più periferica e rurale, si può godere di una vista da “cartolina”: il Naviglio Pavese che si incunea in città e sullo sfondo, nelle giornate serene, la Madonnina del Duomo. Da segnalare, tra le vie Boffalora e Gattinara, la presenza di ampi tratti in cui, a causa della vegetazione strabordante a bordo strada, la carreggiata si restringe di molto rendendo la visibilità non ottimale.

SECONDA TAPPA

Assago – Zibido San Giacomo, 7.4 km c.a

Superata Assago, si procede costeggiando il comune di Rozzano e la frazione di Moirago dove si incontra il museo Salterio (Musa).  Si tratta di un museo – laboratorio che svolge attività di sensibilizzazione ed educazione su vari temi ambientali quali lo studio del paesaggio e delle risorse del Parco Agricolo Sud Milano, con un focus importante sugli aspetti della nutrizione. il museo, a dire il vero, appare un po’ in disarmo. Gli stessi orari di apertura molto ridotti e alcuni avvisi di sospensione (temporanea) dei servizi di noleggio bici e delle visite guidate confermano questa nostra sensazione. Giunti all’altezza di Zibido si apre un ventaglio di possibilità per diversificare il percorso. La prima è di seguire “Zigò”, un percorso ciclabile ad anello (partenza e rientro dal Musa) che si sviluppa nelle campagne del Comune di Zibido attraverso cascine, risaie e marcite. Chi ha nelle gambe distanze maggiori e una bici dotata di cambio, può invece puntare le ruote verso Morimondo (un’occasione per visitare la splendida abbazia!). Da qui ci si può dirigere verso Abbiategrasso e quindi rientrare a Milano attraverso l’Alzaia Naviglio Grande (percorso complessivo di circa 60 km, di cui una parte su strade provinciali).

TERZA TAPPA

Zibido San Giacomo – Certosa, 12.9 km c.a

Proseguendo verso Pavia, all’altezza di Zibido, la ciclabile si sposta sul lato sinistro del Naviglio. La carreggiata in questo tratto si fa più stretta: per questo motivo è importante rimanere vigili, concentrati e ben posizionati sul lato destro della pista. Non è raro, infatti, che da dietro arrivino ciclisti su strada a velocità sostenuta le cui bici silenziose non danno il minimo segnale di preavviso. Giunti a Binasco comincia un tratto sterrato di circa 1.5 km non particolarmente impegnativo che non necessita di bici o dotazioni di pneumatici specifici. Il tratto che va da Binasco a Certosa è indubbiamente il più scenografico di tutto il percorso. I ponticelli in ferro, l’assenza di sponde sul canale, la presenza di resti di insediamenti industriali di fine ‘800, e ancora gli alti filari di pioppi che costeggiano l’Alzaia sul lato sinistro, proiettano il viaggiatore in una Lombardia di altri tempi. Sensazione ulteriormente amplificata se, giunti in paese, si decide di fare una piccola deviazione verso l’interno per visitare la splendida Certosa di Pavia, edificata alla fine del XIV secolo per volere di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano.

QUARTA TAPPA

Certosa Pavia, 8.0 km c.a

Rientrati sull’Alzaia si affronta l’ultimo tratto che conduce a Pavia. Arrivati a Borgarello, la ciclabile viaggia in condivisione con il traffico automobilistico. La pista è comunque ben segnalata grazie al manto stradale di colore giallo. La suggestiva apparizione sullo sfondo del Duomo di Pavia con la sua cupola e il suo campanile, danno manforte nell’affrontare gli ultimi chilometri. L’ingresso in città avviene da sud, costeggiando lo stadio. In pochi minuti si arriva in zona castello dove immettendosi nel circuito ciclabile cittadino si raggiunge agevolmente piazza della Vittoria, dove è possibile ristorarsi e riprendere le forze in uno dei numerosi caffè storici.

A questo punto, giunti a destinazione, la nostra scelta è stata quella di rientrare a Milano in treno (Intercity con fermata a Centrale). Nonostante avessimo acquistato i biglietti prima di partire, le modalità di rientro si sono dimostrate a dir poco difficoltose (display che non segnalano il vagone allestito per il trasporto bici, porte del treno di vecchia concezione sopraelevate rispetto alla banchina).

5 Responses

  1. Il problema è quello str….zo di contadino che ha chiuso il passaggio tra quinto sole e rozzano …. non permettendo il collegamento con un’altra ciclabile bellissima lungo la via Ripamnoti

  2. Faccio da tanti anni coi roller a/r il percorso da Pavia fino a Casarile, purtroppo da qui inizia, inspiegabilmente, l’unico tratto sterrato del percorso, che mi impedisce di progredire oltre

  3. Bravi tutti. Un bel lavoro. Grazie a chi ha compilato questa scheda delle varie tappe.

  4. La ciclabile è bellissimo ci sono alcuni punti ancora da tenere sotto occhio: ancora difficoltosi sono tutti gli attraversamenti con le provinciali a Giussago, Certosa, dove si dovrebbe pensare ad un semaforo per le auto a favore delle bici. Obbligatorio asfaltare il tratto Casarile-Binasco, come scritto nel commento precedente. La manutenzione da parte del Villoresi è da migliorare. Segnalo invece una bellissima zona di sosta a Borgarello Stand Bike Cafè dove le bici sono le benvenute. Quest’ultimo è un modello da ripetere.

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