La Regione offre la terapia ai pazienti in stato avanzato con precedenti trattamenti
Una nuova svolta è approdata per i pazienti oncologici: la oncoterapia con radioligandi, una tecnologia appena introdotta ufficialmente nei percorsi di cura di Regione Lombardia.
Con questa nuova accessibilità tramite il Sistema Sanitario Nazionale, la Regione ha voluto dare una seconda e più mirata opportunità ai casi più difficili da trattare. La terapia è infatti già utilizzata in strutture lombarde come l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Istituto Europeo di Oncologia, l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, mentre anche altri centri potrebbero a breve attivarsi sul territorio.
Ma cosa sono i radioligandi?
“Oltre ai farmaci ormonali di ultima generazione, ai chemioterapici, ai PARP-inibitori per pazienti con specifiche mutazioni genetiche, l’ultima frontiera di recente approvazione è la terapia con radioligandi, in grado di agire selettivamente sulle cellule del tumore alla prostata in fase avanzata.” ha affermato Giuseppe Procopio, direttore del Programma Prostata e Oncologia Medico Genitourinaria all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Si tratta dunque di una terapia oncologica di precisione che combina la medicina nucleare con l’oncologia di precisione sfruttando un “ligando” o “carrier”, che si lega ai recettori specifici delle cellule tumorali. Grazie all’utilizzo di radiofarmaci, si colpisce e distrugge le cellule tumorali minimizzando i danni ai tessuti sani.
“Ciò significa che noi vediamo la malattia, la localizziamo e contemporaneamente la curiamo, raggiungendo un’alta efficacia con una scarsa tossicità, poiché solo le cellule tumorali sono colpite salvaguardando i tessuti sani.” ha affermato Marco Maccauro, direttore della Struttura Complessa di Medicina Nucleare dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Questa terapia è particolarmente efficace nel trattamento di tumori neuroendocrini e del carcinoma prostatico, che oggi rappresenta una delle neoplasie più frequenti tra gli uomini anche in Lombardia con circa 7 mila nuove diagnosi all’anno. L’obiettivo è quello di dare una nuova opportunità ai pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mPRPC) PSMA-positivo che hanno già ricevuto precedenti trattamenti
Insomma, l’introduzione della terapia con radioligandi nei percorsi di cura regionali segna un importante passo avanti nella gestione del cancro della prostata avanzato. Integrando la diagnosi con la cura, permettendo nello stesso tempo di localizzare con precisione le cellule tumoraliche esprimono marcatori specifici che diventano poi il bersaglio terapeutico.
Implementazione tecnologica, ma anche organizzativa
“È necessaria l’integrazione in team delle tante figure professionali che ruotano intorno alla gestione di questa patologia e la disponibilità di strutture operative in regione Lombardia che consentano di agire il più tempestivamente possibile al fine di cronicizzare la malattia e aumentare la speranza di vita.”, ha dichiarato Procopio.
Da qui, si partirà con centri multidisciplinari dedicati quali le Prostate Cancer Unit, dove ogni uomo può essere subito preso in carico e inserito in un percorso strutturato e indispensabile per garantire cure efficaci e l’accesso all’innovazione terapeutica.