Tutti uniti per salvare la Chiesa Rossa, gioiello romanico minacciato dall’acqua

L’abside di Santa Maria alla Fonte, fortemente danneggiata dalle infiltrazioni d’acqua e dall’umidità.

Fondata nel X secolo, ora affidata alla rettoria dei Frati Minori Cappuccini, Santa Maria alla Fonte versa in grave degrado: in sofferenza la facciata, il portale di ingresso, gli affreschi e i mosaici del I e II secolo d.C. Frati, Comune, Comitato di cittadini e Sovrintendenza collaborano per restaurarla

di Laura Barsottini

La chiesa Santa Maria alla Fonte.
La chiesa Santa Maria alla Fonte. Foto Lucia Sabatelli.

Chiesa di Santa Maria alla Fonte o semplicemente Chiesa Rossa: due nomi per indicare lo straordinario gioiello romanico che sorge in via Chiesa Rossa al 55, all’interno del parco omonimo e accanto alla biblioteca, dal 1928 dichiarato monumento nazionale, dal 1960 proprietà del Comune e dal 2009 affidato dalla Diocesi alla rettoria dei Frati Minori Cappuccini.

Risalente al X secolo, benché l’edificio attuale sia probabilmente della metà del XII secolo, conserva tracce di un edifico precristiano, come testimoniano i resti romani trovati durante i lavori di restauro (un pavimento a mosaico bianco e nero) e una pavimentazione tardo-longobarda, attualmente visibili sotto il pavimento della chiesa.

La storia dell’edificio sacro

Le vicende del luogo sono strettamente intrecciate a quelle dell’adiacente Naviglio Pavese, la cui costruzione, proprio in corrispondenza di essa, si interruppe all’inizio del Seicento dopo la Conca, giudicata inutile, sbagliata (da cui il nome Conca Fallata). La costruzione della strada rialzata a fianco del naviglio portò a problemi di infiltrazioni all’interno della chiesa, che nel 1783 indussero alla costruzione di un nuovo pavimento, tre metri sopra a quello vecchio. Dopo quasi due secoli di decadenza, la Chiesa di Santa Maria alla Fonte vide un primo restauro nel 1966 a cui ne seguirono altri a partire dai primi anni Duemila. In questo modo è stato possibile ristabilire l’aspetto originario della chiesa: un edificio di mattoni rossi a vista e a una sola navata, con interni molto semplici, ma dove l’abside e le due cappellette che lo affiancano rappresentano una struttura di grande eleganza ed equilibrio stilistico.

L’abside di Santa Maria alla Fonte, fortemente danneggiata dalle infiltrazioni d’acqua e dall’umidità.
L’abside di Santa Maria alla Fonte, fortemente danneggiata dalle infiltrazioni d’acqua e dall’umidità. Foto Lucia Sabatelli.

La situazione attuale

Purtroppo, oggi la chiesetta vive una situazione di grave sofferenza: i mattoni della facciata e dei muri perimetrali sono rovinati dai piccioni e dall’umidità. Il cemento di fissaggio delle tegole, alla sommità degli spioventi, in alcuni punti si è sgretolato, con il rischio di caduta delle tegole stesse. Il portale d’ingresso è rovinato dalle intemperie. All’interno i mosaici del piano sottostante (alcuni bianchi e neri, risalenti a una domus romana del I-II secolo, altri policromi del successivo sacello del V-VI secolo), fino a qualche tempo fa visibili dalle vetrate dell’attuale pavimentazione, ora risultano coperti quasi sempre da uno strato d’acqua con successiva formazione di patine fangose e muschi, che non li rendono più distinguibili. Inoltre, in alcuni punti gli affreschi dell’abside si stanno sollevando.

Il mosaico della domus romana che si trova sotto il pavimento sta progressivamente sparendo, ricoperto da muschi.
Il mosaico della domus romana che si trova sotto il pavimento sta progressivamente sparendo, ricoperto da muschi. Foto Lucia Sabatelli.
Mattoni della facciata “mangiati” dai piccioni.
Mattoni della facciata “mangiati” dai piccioni. Foto Lucia Sabatelli.

Una realtà radicata nel territorio

«Dal 1929 al 1932 – racconta Fra’ Mauro, rettore della Chiesa – Santa Maria alla Fonte era parrocchia. Oggi, oltre a essere un importante monumento artistico, fa parte della storia popolare del Municipio 5. Sono molti i visitatori che ne hanno ricordi come, per esempio, di luogo del matrimonio dei nonni».

Oltre a visite guidate ben frequentate, grazie all’attività del Frati Minori Cappuccini, la Chiesa si sta rianimando anche come luogo di fede: «Dalle 16.30 – continua Fra’ Mauro – è aperta ai fedeli anche per le confessioni e alle ore 18.30 per la Santa Messa, mentre alla domenica si tengono due funzioni, alla 9.30 e alle 11.30».

Riguardo alle cause del degrado, il religioso riporta le diverse voci: «La falda acquifera si è sicuramente alzata. Poi alcuni dicono che venisse usata dalle vicine Cartiere Ambrogio Binda che la monitoravano, ma che ora non ci sono più, e che comunque i lavori della metropolitana abbiano peggiorato la situazione». La verità è che il degrado avanza da anni.

L’intonaco delle pareti si sta sollevando in più punti, distruggendo definitivamente gli affreschi medievali.
L’intonaco delle pareti si sta sollevando in più punti, distruggendo definitivamente gli affreschi medievali. Foto Lucia Sabatelli.

Il Comitato di cittadini

Gli approfondimenti necessari sui ritrovamenti del 1966 provocarono la sospensione dei lavori. Fu allora che un gruppo di cittadini, preoccupati per il degrado inevitabile dovuto all’abbandono del complesso, si costituì nel Comitato Cascina Chiesa Rossa, attuando varie pressioni nei confronti dell’Amministrazione pubblica per ottenerne i necessari interventi di restauro. Visto il grave degrado in cui versa la chiesa, il comitato ha ripreso vigore, tanto che il 15 marzo scorso si è tenuto un incontro tra Frati Cappuccini, Comitato Cascina Chiesa Rossa, Municipio 5 e Soprintendenza ai beni archeologici e paesaggistici per un sopralluogo di segnalazione e verifica di elementi di degrado riscontrati all’esterno e all’interno della chiesina.

Si legge dal verbale della riunione: “L’incontro ha evidenziato la necessità di diversi interventi di riparazione e restauro, tra i quali il più urgente appare la pulitura dei mosaici, a seguito di un progetto di aspirazione costante dell’acqua che si deposita nel piano sottostante. Si decide di acquisire un’esauriente documentazione tecnica presso la Metropolitana Milanese sui lavori di ristrutturazione e restauro iniziati nei primi mesi del Duemila. Sulla base di tutti i documenti raccolti, è intenzione della Soprintendenza chiedere un finanziamento ad hoc al Ministero”.

Volti di affreschi Chiesa Santa Maria alla Fonte.
Volti di affreschi in Santa Maria in Chiesa alla Fonte.
Due immagini degli anni Sessanta di volti che erano presenti nell’affresco della flagellazione di Cristo, ormai spariti a causa dall’umidità. Foto Comitato Chiesa Rossa.

3 Responses

  1. il comune di Milano, nonchè la municipalità di zona, sembrano “impotenti”: basti pensare che è trascorso un anno da quando ignoti hanno divelto canali e gronde in rame di portico e biblioteca, e non è vi è stato alcun ripristino, con conseguente degrado delle cooperture lignee.
    Non è accettabile.
    Ben più complesso è il problema delle infiltrazioni di acqua nell’interrato della chiesa, ma se vi fosse la reale volontà di intervenire da parte dei nostri amministratori, tutto si risolverebbe come avviene solitamente nei paesi civili…

    1. Si potrebbe mettere in moto una campagna di crowdfunding civico, a Bologna in poco tempo sono stati raccolti più di 300.000€, in sei mesi credo, era il 2015 mi sembra di ricordare. In quell’occasione la realizzazione della campagna di raccolta era stata ideata e gestita da una piccola azienda di marketing territoriale di nome Ginger, in collaborazione con il Comune di Bologna. Se cercate in google il progetto si chiama “Un passo per San Luca”. La cosa difficile di queste campagne marketing è creare coinvolgimento tra i cittadini, di solito viene fatto uno studio del luogo e poi vengono creati contenuti che aiutino le persone a capire il valore e l’importanza del recupero. Si potrebbe parlarne e vedere se si riesce a fare qualcosa.

      1. Grazie per il consiglio, informeremo i responsabili riguardo la vostra esperienza per una campagna di crowdfunding civico.

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