Sporting Barona, il Municipio 6 auspica un accordo tra gestori e Comune

Campi di calcio dello Sporting Barona 1971

Palazzo Marino contesta alla società di via San Paolino 9 gravi inadempienze contrattuali e in particolare di non aver abbattuto impianti considerati abusivi e revoca la concessione a partire dal 1° settembre. Il Municipio 6 prova a mediare

Campi di calcio dello Sporting Barona 1971
Campi di calcio dello Sporting Barona 1971.

«Lo sport di base deve essere tutelato, e i concessionari sportivi che riescono a sviluppare progetti sociali e sportivi di successo meritano il sostegno dell’amministrazione, nel pieno rispetto delle normative regionali e nazionali. Dispiace che la concessione rilevata da Sporting Barona presentasse situazioni di abusivismo pregresse e mai sanate. Ci auguriamo che si possa trovare una soluzione condivisa e definire un cronoprogramma chiaro, con tempi certi, per garantire la continuità delle attività attualmente in essere, fondamentali per il contesto cittadino in cui opera la società Barona Sporting». Questo è quanto hanno dichiarato il presidente Fumagalli Francesco e il vicepresidente Orlando Niccolò della Commissione Sport del Municipio 6, nel tentativo di promuovere un accordo a una vicenda, che mette a rischio a pratica sportiva per centinaia di cittadini, in particolare bambini e adolescenti.

Il Comune revoca la concessione allo Sporting

La storia della contrapposizione è presto detta. Palazzo Marino contesta alla società di via San Paolino 9 gravi inadempienze contrattuali e in particolare di non aver abbattuto impianti considerati abusivi e, dopo uno scambio di lettere sempre meno conciliante avvenuta negli ultimi mesi, i funzionari del Comune hanno scritto il 19 maggio scorso una determina comunale, che sembra una pietra tombale per la società sportiva della Barona, come si evince già dall’oggetto: “Dichiarazione di decadenza della Barona Sporting 1971 dalla convenzione avente ad oggetto una concessione d’uso dell’area di via San Paolino 9 e dell’impianto sportivo ivi realizzato per grave inadempimento degli obblighi contrattuali, con effetto dal 1° settembre 2025”.

La risposta della società sportiva

La società contesta al Comune che – a parte di campi di padel costruiti successivamente – tutto ciò che viene indicato come abusivo all’interno degli impianti era già e presente quando nel 2010 fu siglata la convenzione. Lo Sporting aveva proposto di sanare gli abusi – costo quasi 800mila euro – entro il 2028, data di scadenza della concessione, ma il Comune ha respinto questa ipotesi, chiedendo di iniziare da subito le demolizioni.

Ora la società, per scongiurare la chiusura a settembre, sembra orientata a fare ricorso al Tar.

La chiusura è un enorme danno per il quartiere

Di certo, in questa intricata vicenda, seguire una linea esclusivamente normativa è un errore.  La chiusura degli impianti di via San Paolino sarebbe un enorme danno per il quartiere e molto difficilmente il Comune, in caso di bando, troverebbe in breve tempo soggetti pronti a farsi carico di lavori così importanti. Gli esempi del Centro Carraro e della piscina Argelati, solo per citare i casi più recenti nel sud Milano, sono lì a dimostrarlo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *