Referendum 8 e 9 giugno 2025. Gli italiani chiamati a votare su lavoro e cittadinanza

Gli italiani sono chiamati a votare su 5 referendum, 4 sul lavoro e uno sulla cittadinanza. Le urne saranno aperte domenica l’8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15

Illustrazione di Fabio Sironi.



L’8 e il 9 giugno saranno allestiti in tutta Italia i seggi per le votazioni sui 5 referendum, così come prevede l’art. 75 della Costituzione: “È indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali…”

“Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum é approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se é raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum….”

I 5 quesiti referendari

I primi quattro quesiti referendari sul lavoro sono stati promossi dal sindacato Cgil con una raccolta di oltre quattro milioni di firme. Il primo quesito riguarda il reintegro nel posto di lavoro per licenziamento ingiustificato; il secondo propone di eliminare il tetto agli indennizzi nei licenziamenti delle piccole imprese; il terzo mira a contrastare l’abuso dei contratti a termine; il quarto interviene sulla responsabilità delle imprese negli appalti in caso di infortuni.

Il quinto quesito referendario sulla richiesta di cittadinanza italiana, invece, é stato promosso da diversi partiti e numerose associazioni della società civile, raccogliendo più di 637 mila firme e prevede la riduzione da 10 a 5 anni del requisito di residenza legale in Italia per ottenere la cittadinanza italiana.

Data e orari

I cittadini italiani potranno recarsi alle urne per esprimere il loro voto:

All’elettore verranno consegnate cinque schede e come di consueto chi vuole:

abrogare (eliminare) le norme di legge sottoposte a referendum deve votare Sì sulle schede

• chi non vuole cambiamenti deve votare No sulle schede.

Il voto sarà valido se verrà raggiunto il quorum, cioè se avrà partecipato almeno il 50% +1 degli aventi diritto.

Documenti

Per esprimere il proprio voto occorre recarsi al seggio con la scheda elettorale e un documento d’identità valido. In caso di smarrimento della scheda ci si può rivolgere agli uffici del Comune di Milano. Per maggiori informazioni: https://www.comune.milano.it/web/referendum/come-si-vota

Infine ai seggi ci sarà una novità: le liste elettorali saranno uniche, senza distinzione fra uomini e donne e quindi non ci saranno più le tradizionali file separate.

Perché andare a votare

“Libertà é partecipazione…”: queste parole di una famosa canzone di Giorgio Gaber ci hanno accompagnato per anni, come monito contro l’abbandono della vita sociale e politica.

Purtroppo é divenuto anche uno slogan un po’ vuoto e retorico, perché, alla fine, nel sentimento comune é diventato di fatto quasi solo lo stimolo per partecipare al voto ed é stato ripetuto continuamente anche da chi in realtà alla partecipazione non solo non é interessato, ma anzi prospera proprio grazie alla disaffezione delle persone alla cosa pubblica.

Secondo Sandro Luporini (Vi racconto Gaber – Mondadori 2013), Gaber con quella frase diceva che “la libertà nella sua vera essenza, é tale solo se esiste la possibilità di cambiare e migliorare qualcosa, altrimenti quello spazio apparentemente libero diventa soltanto una possibilità priva di conseguenze…” Quindi libertà come possibilità di cambiare lo stato delle cose.

L’esercizio del voto è dovere civico

Il caso di questi referendum é proverbiale in quest’ottica. Al di là delle legittime opinioni sui quesiti e quindi sulla possibilità di votare Sì o No, fa molto rumore l’invito all’astensione non solo da parte di partiti politici ma anche da alte cariche dello Stato, che per il loro ruolo dovrebbero invece essere di stimolo proprio alla partecipazione.

Infatti, é come sempre la nostra Costituzione a indicarci la corretta interpretazione del diritto di voto. L’art. 48 stabilisce che “il voto é personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio é dovere civico…“. Proprio così, un dovere civico, che é l’unico modo per salvaguardare la nostra democrazia e che tutti dovrebbero esercitare per contrastare il declino della credibilità delle nostre istituzioni

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