Lo street artist Eduardo Castaldo in mostra al Madama Hostel

Un manifesto pubblicitario, un cartello stradale, delle insegne, locandine affisse nelle città vengono manipolate, lavorate, stravolte, per comunicare qualcosa di completamente diverso sono al Madama Hostel nella mostra “Streets against silence: edie’s artivism”. Azioni-opere di “détournement” urbano per attirare l’attenzione sui temi di grande attualità, come la guerra a Gaza

di Luisa Taliento

L'intervento di de-costruzione di un manifesto pubblicitario.
Eduardo Castaldo mentre interviene su un manifesto pubblicitario, per fare un’opera di street art.

I premi internazionali vinti da fotografo

Un bel sorriso, una stretta di mano rassicurante, una voce dall’accento napoletano, calma e pacata. Eppure gli occhi chiari di Eduardo Castaldo hanno visto tanto, e non sempre cose belle. Ha iniziato con reportage dedicati all’emergenza dei rifiuti in Campania, alla mafia e alla criminalità, poi ha seguito la moglie che lavorava per una Ong in Medio Oriente, vivendo in Cisgiordania e in Egitto. Qui, nel 2011, ha testimoniato la Rivoluzione di Piazza Tahrir con le sue immagini, che hanno ricevuto diversi premi internazionali, tra cui nel 2012 al World Press Photo.

Le grandi testate e la svolta artistica

Nel 2014, dopo aver coperto i primi due mesi della crisi ucraina ha deciso, per ragioni etiche, di abbandonare la carriera di fotoreporter. «Quando scatti una foto in un contesto di guerra, disperazione, miseria, la gente si affida a te, ti offre la sua fiducia, spera che la sua sofferenza, la sua storia, la vita possano essere mostrate e fatte conoscere anche ad altre persone», spiega Eduardo, «ma spesso ai miei scatti, una volta pubblicati, venivano affiancati contenuti diversi, al di là del prestigio della testata (Time, Newsweek, Der Spiegel, Le Monde, Stern, The Guardian, Internazionale –  Ndr). Le parole non corrispondevano a quello che provavo, alla mia esperienza, alla responsabilità che sentivo nei confronti delle persone che avevo fotografato. E quindi ho deciso di smettere. Sono tornato in Europa e ho cercato esperienze diverse».

Le esprerienze nel cinema

Dal suo ritorno ha lavorato come fotografo di scena per film e serie, collaborando con alcuni dei principali registi italiani (Matteo Garrone, Saverio Costanzo, Alice Rohrwacher, Daniele Luchetti, Edoardo De Angelis) e con produzioni internazionali (HBO, Fremantle, SKY, Netflix, Paramount, Warner).

Un'opera di Eduardo Castaldo esposta al Madama Hostel.
L’opera di Eduardo Castaldo terminata ed esposta al Madama Hostel.

Le opere di strada

Nel 2016 ha iniziato a trasformare le immagini del suo immenso archivio fotografico sul Medio Oriente in opere d’arte di strada realizzate soprattutto a Napoli, la città in cui vive.  In poco tempo è diventato virale sui social media con lo pseudonimo di edie (@eduardo.castaldo) e i suoi interventi di street art, legati principalmente a questioni politiche e sociali di Egitto, Israele e Palestina, sono diventati per lui un nuovo percorso di ricerca ed espressione.

L’attenzione alla condizione degli abitant di Gaza

La sanguinosa escalation a Gaza seguita agli eventi del 7 ottobre 2023 lo ha spinto a intensificare queste azioni di strada, cosa che da un lato ha moltiplicato esponenzialmente la visibilità dei suoi interventi e dall’altro ha generato sugli stessi una forte censura (i suoi lavori sono stati oscurati su Facebook e il suo profilo su Tik Tok). Nel 2024 per il suo impegno nella promozione dei valori della Resistenza ha ricevuto il “Culture of Resistance Award”.

Opera di Eduardo Castaldo
Opera di Eduardo Castaldo realizzata su un manifesto per la promozione di una mostra su Frida Khalo, a Napoli.

La mostra

Il Madama Hostel & Bistrot di Milano, nei pressi di piazzale Lodi, espone una selezione degli ultimi interventi di street art di Eduardo Castaldo legati proprio a Gaza. Nella mostra, intitolata, “Streets against silence: edie’s artivism”, accanto alle opere sono presenti QRCode che consentono di vedere come sono state realizzate, con l’utilizzo di spray, sticker, stencil per modificare manifesti pubblicitari o cartelli stradali, sovvertendone il senso e rivelando nuovi contenuti. Com’è avvenuto per il manifesto dedicato a una mostra di Frida Kahlo a Napoli (vedi l’immagine sopra), in cui il volto dell’artista messicana è stato avvolto da una kefiah ed è stata aggiunta la scritta “Free Palestine”, oppure con cartelli di rimozione delle auto che diventano carrarmati, o l’intervento sulla Madonna con la pistola di Bansky, in piazza dei Gerolomini a Napoli, in cui sono stati aggiunti sulla teca che protegge l’opera alcuni stencil raffiguranti foto di bambini morti. Secondo le Nazioni Unite, dall’inizio del conflitto a Gaza il 70 per cento delle vittime sono donne e bambini e sono oltre 60 mila i bambini colpiti dalla malnutrizione per la carenza di cibo, la mancanza di acqua pulita e l’esaurimento delle scorte nei centri che ospitano gli sfollati. Le opere di Eduardo Castaldo vogliono far arrivare la verità a un numero sempre più ampio di persone e portare la questione palestinese sui muri delle città e nella nostra vita.

Eduardo Castaldo a Madama Hostel & Bistrot mentre allestisce la mostra.
Eduardo Castaldo a Madama Hostel & Bistrot durante l’allestimento della mostra.

Informazioni per la mostra

“Streets against silence: edie’s artivism” di Eduardo Castaldo, a cura di Alice Colantuoni, è al Madama Hostel & Bistrot (via Benaco 1 Milano, madamahostel.com) fino al 25 maggio. Orari: lunedì-domenica h. 10-24; Ingresso: gratuito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *