Eufemia Borraccia Brancato: l’atelier che creò per Carla Fracci e il Piccolo Teatro di Milano

La storia di Eufemia Borraccia Brancato che passò il testimone al figlio Antonio e alla nipote Yessica

La storia della bottega d’eccellenza del territorio che passò il testimone al figlio Antonio e alla nipote Yessica

La moda spesso ha avuto protagoniste femminili a cui, sui media, non si è dato il dovuto rilievo.

Una fra queste è la fondatrice della Eufemia Borraccia Brancato, anima di un atelier storico la Sartoria teatrale Brancato, che creò abiti per artisti del calibro di Carla Fracci. Eufemia, madre di tre figli è stata un esempio di laboriosità lombarda e di imprenditoria femminile.

La storia di Eufemia Borraccia Brancato che passò il testimone al figlio Antonio e alla nipote Yessica
Mario Brancato con la figlia Yessica, i titolari della Compagnia della Moda

Gli inizi

«Ho avuto alti e bassi. Vestire gli artisti non è semplice, significa anche dare rilievo al loro talento, ascoltare e avere feeling con regia e costumisti», raccontava in una intervista realizzata dalla Provincia di Milano. «Ero impiegata bancaria, ma poi ho seguito la mia passione per la sartoria, sin da sfollata a Varese, durante la guerra, dal 1938 cucivo in casa».

Dopo aver lavorato per il Piccolo Teatro di Milano, quando le fu commissionata la realizzazione di 160 costumi per lo spettacolo Il Passatore al Teatro stabile del Comune di Bologna, apri una propria sartoria e iniziò la sua avventura. «Anni duri ma pieni soddisfazioni. Solo nel 1973/74 ho cominciato a tirare il fiato», raccontava Eufemia che lavorò fino al 2015, anno della sua scomparsa, lasciando un ricordo indelebile nei suoi cari e nel mondo della sartoria teatrale. Ricordo che, grazie all’associazione toponomastica femminile e al consigliere comunale Alessandro De Chirico, si concretizzerà nell’intitolazione a suo nome di un giardino o una via a Milano.

Una foto d’epoca della Sartoria teatrale Brancato

Un affare di famiglia

La guida dell’antica sartoria è oggi nelle mani del figlio Mario Brancato e della nipote Yessica. Il nome è cambiato in Compagnia Italiana della Moda e del Costume ma il lavoro è lo stesso. Il laboratorio realizza abiti per il Teatro, balletti e per musical. «Ho valorizzato il patrimonio storico di mia madre e vorrei creare una fondazione e dare opportunità nel settore della sartoria teatrale ai giovani – dice il titolare Mario Brancato -. Sono cresciuto al fianco di mia madre, vivevo e giocavo da piccolo tra le stoffe della sartoria e proseguo la passione per l’abilità sartoriale artistica di qualità con mia figlia che mi aiuta già».

Esteso su tre piani, l’atelier ancora oggi si distingue per le lavorazioni accurate e per l’abilità del suo personale. Attualmente l’attività è in via Soderini 24 a Milano, il personale è formato da una quindicina di persone, giovani e meno giovani, alcune di diverse etnie, specializza te in taglio, tinture e lavorazioni particolari, creazioni sartoriali uniche per livello di finiture e lavorano per artisti e registi di grande prestigio e per teatri come La Scala, musei, musical, eventi artistici in tutto il mondo, realtà private e pubbliche che necessitino di valorizzare tessuti e abiti storici.

Costumi, cappelli e pennacchi

Punto di riferimento sartoriale internazionale

La Compagnia Italiana della Moda e del Costume è oggi un punto di riferimento a livello europeo e internazionale. Mario Brancato, il più piccolo dei figli di Eufemia, coordina l’attività dei suoi artigiani storici specializzati sia nel taglio maschile che femminile, oltre a far crescere nuovi talenti sartoriali. «Dietro a un abito di qualità c’è una spiccata sensibilità creativa e una tecnica fatta di sapiente amore per l’ago e il filo, per il corretto abbinamento di tessuti e lavorazioni uniche; c’è la capacità di riconoscere come abbinare colori, c’è la fatica di chi è abile con le mani e col cuore; non basta saper disegnare, occorre conoscere e saper gestire tutte le fasi del processo creativo e sartoriale, saper scegliere bottoni, accessori etc.; rispettare tempi di consegna, gestire fornitori, curare i rapporti esterni con diverse realtà europee ed internazionali – spiega Mario Brancato -.

Lavorare al fianco dei costumisti è fondamentale. Il successo di uno spettacolo, di una scenografia, è anche legato alla nostra capacità di interpretare e interagire con chi ci contatta, come nel caso della importante collaborazione che abbiamo avuto con il Maestro Christian Tagliavini, per la creazione dei suoi meravigliosi manifesti d’arte». Tutto questo con l’idea, forse ingenua, che in un mondo in crisi, con 56 conflitti aperti, dove l’incapacità di dialogo e di ascolto è in continua crescita, conoscere e trasmettere la cultura della bellezza e del lavoro, possano in qualche modo contribuire a costruire un mondo migliore.

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